L’altra faccia delle vacanze. Anche la morte fa parte della realtà. In questo caso quella di un chiurlo.
La fotografia non è una rappresentazione oggettiva: si scelgono inquadratura, luce, sfondo, ma soprattutto si sceglie sempre un soggetto ideale, nelle belle immagini che appaiono nelle riviste patinate (inclusa questa), scelto in maniera accurata. Si fotografa il fiore più grande e colorato, senza difetti; l’animale è nel pieno della sua forma; il paesaggio regolarmente incontaminato.
Forse è inevitabile, quando si vogliano trasmettere bellezza e grazia, che scelgano i loro campioni. Forse è inevitabile che la comunicazione avvenga attraverso la semplificazione: non si possono affrontare tutti gli aspetti dello scibile analizzandolo per casi singoli. È comprensibile tendere all’ideale, soprattutto con le immagini: non si racconta quello specifico ghepardo o orchidea, ma la specie “Ghepardo”, l’ideale di una “Orchidea”; si esprime ciò che incarna tutti i ghepardi e le orchidee. Lo specifico individuo, quello che si è trovato per almeno un centoventicinquesimo di secondo davanti all’obiettivo, cessa di esistere come tale e diventa tutti i suoi consimili, simbolo della specie. Il prescelto deve quindi essere “rappresentativo”.
Si rischia, tuttavia, di restituire un’immagine falsata, di suggerire che tutto sia fatto di questa stoffa. Che tutti i fiori, gli animali e i paesaggi siano perfetti e fotogenici. Si creano, in sostanza, falsi modelli, nozioni monche; la percezione è limitata, come sempre avviene quando si generalizza, ed è la regola nella comunicazione di massa.
La realtà è diversa, e molto più complessa. Non si esaurisce nella sua rappresentazione, in qualsiasi campo dell’informazione. Vediamo solo una minuscola finestra che scorre sullo sfondo di un mondo più vasto, articolato, ricco di sfaccettature, inquadrando di volta in volta solo una porzione infinitesimale di esso, accuratamente selezionata per essere piacevole, oltre che “rappresentativa” (almeno secondo chi questa scelta la fa).
Il mondo vive principalmente in un modo “altro”, diverso, irregolare, spesso deviante. L’aquila è sempre maestosa e audace, le modelle tutte splendide e perfette, le mamme sorridenti giovani e snelle, i politici irreprensibili, gli immigrati delinquenti, i paesaggi idilliaci, la nostra società la migliore possibile?
Evidentemente no: i fiori marciscono, le aquile mangiano carogne, e anche le modelle si grattano; i panorami pullulano di tralicci, le mamme sono stressate, i politici… lasciamo stare; la maggior parte degli immigrati è brava gente, e miliardi di persone (un 80% della specie umana, ma ce n’é scarsa traccia sui media) vivono da sempre in condizioni di indigenza, spesso all’ombra di regimi disumani.
Va benissimo il piacere di sapere, e di guardare belle immagini, ma non dimentichiamo mai che il mondo reale è anche, e soprattutto, un’altra cosa.
Vitantonio Dell'Orto © 10/2008
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