Leggendo le riviste di fotografia e ascoltando diversi appassionati, sembrerebbe che lo sviluppo del colore sia molto complicato e sconsigliabile da fare in casa, ma le cose non stanno esattamente così e Luca Corti ci spiega cosa occorre e le diverse possibilità.
Moltissimi fotoamatori, anche con una certa pratica di camera oscura in BN, sono attirati prima o poi dal colore: finiscono dunque con lo scattare, in genere, diapositive, che poi vengono portate a sviluppare dal fotonegoziante di fiducia il quale, a sua volta, le invia al laboratorio di riferimento.
Spesso, però, i risultati sono quanto meno discutibili: diapositive macchiate, rigate, colori non saturi od intollerabili dominanti di colore, il tutto ad un prezzo decisamente non economico.
Leggendo le riviste di fotografia e ascoltando diversi appassionati, sembrerebbe che lo sviluppo del colore sia molto complicato, per non dire impossibile, per i comuni fotoamatori. Poiché sono un po' testardo, e non privo di esperienza di camera oscura per il B/N, ho deciso di provare, iniziando con la diapositiva perché il trattamento è più semplice e non occorre la stampa per godere del prodotto finito. Sono stato stimolato in questo dalla lettura di alcuni siti Internet e dall'aver parlato, durante il Photoshow 2000 a Milano, con un addetto allo stand Ornano, il quale mi ha spiegato a grandi linee il trattamento, facendomi comprendere che in realtà il processo è facilmente realizzabile anche in casa.
Iniziamo dicendo che il trattamento è molto semplice e si esegue utilizzando la comune attrezzatura che serve per lo sviluppo dei negativi bianco e nero: il buio è indispensabile solo per la fase di caricamento della pellicola sulla spirale; serve avere dell'acqua calda a disposizione, non necessariamente centralizzata o dallo scaldabagno; può bastare un fornellino elettrico.
Chi sia attrezzato per lo sviluppo del B/N ha già, praticamente, tutto quel che gli serve; altrimenti occorrono: 3 (o 6) bottiglie da 600 o 1000 ml a seconda del tipo di kit, una vaschetta da utilizzare come bagnomaria, che quindi possa contenere le bottiglie e la tank, un termometro, una tank con le spirali (meglio se contiene 2-3 film per volta), e naturalmente dell'acqua calda.
I Kit
Ne esistono almeno 5:
Le differenze tra trattamento in 3 e 6 bagni
Il trattamento a 6 bagni è quello originale E6 e serve soprattutto per i laboratori professionali che eseguono l'integrazione dei singoli bagni senza sostitutirli integralmente, per lo sviluppo casalingo è un po' più complesso perchè con i lavaggi intermedi si arriva a ben 9 passaggi.
Il Kit a 3 bagni è stato studiato per gli hobbisti che trattano un numero limitato di pellicole e poi, una volta raggiunto l'esaurimento delle soluzioni, gettano tutto (i bagni, non le dia sviluppate...).
E' compatibile, cioè praticamente uguale, con il processo E6, ed è molto più rapido e facile da utilizzare. In genere consente di sviluppare 6 od 8 pellicole, non si può reintegrare e va gettato dopo l'ultimo uso; dopo i primi 3-4 tratttamenti prevede un aumento del tempo di primo sviluppo, come indicato dai foglietti illustrativi.
Esempio di Kit 6 bagni (AGFA COLOR PROCESS AP44):
1 |
PRECONDIZIONAMENTO |
5'-10' |
38 ± 0,2 °C |
2 |
PRIMO SVILUPPO |
5'-7' |
38 ± 0,2 °C |
3 |
LAVAGGIO |
2' |
38 ± 0,2 °C |
4 |
BAGNO D'INVERSIONE |
1' |
38 ± 0,2 °C |
5 |
RIVELATORE CROMOGENO |
4'-5' |
38 ± 0,2 °C |
6 |
SBIANCA FISSAGGIO |
5'-7' |
33° - 39° C |
7 |
LAVAGGIO |
3' |
33° - 39° C |
8 |
BAGNO FINALE |
30"-1' |
20° C |
9 |
ASCIUGATURA |
Temp. ambiente |
Come vedete le temperature non sono indicate univocamente ma viene consigliato un range. Ci si può regolare utilizzando un tempo intermedio, per esempio 6 minuti per il primo sviluppo, un tempo ricavato da una pubblicazione Fuji Professional che si è rivelato adatto alle Velvia e Sensia. Tale sviluppo è stato eseguito in una vaschetta a bagnomaria con agitazione manuale (agitazione continua mantenendo la tank nell'acqua calda).
Esempio di Kit 3 bagni (ORNANO Kit DIA3):
1 |
PRIMO SVILUPPO |
6'30" |
38 ± 0,2 °C |
2 |
LAVAGGIO |
2 x 60" |
38 ± 0,2 °C |
3 |
SVILUPPO COLORE |
7' |
38 ± 0,2 °C |
4 |
LAVAGGIO |
2 x 60" |
38 ± 0,2 °C |
5 |
SBIANCA FISSAGGIO |
12' |
33° C |
6 |
LAVAGGIO |
4 x 60" |
33° C * |
7 |
STABILIZZATORE |
1' |
Temp. ambiente |
8 |
ASCIUGATURA |
Temp. ambiente |
* In realtà l'ultimo lavaggio, a sviluppo oramai terminato si può fare a temperatura ambiente.
Questo tipo di trattamento è molto più rapido e facile da eseguire, si devono tenere a temperatura solo 3 bagni, le indicazioni dei tempi sono molto precise e la Ornano, nel proprio Kit, include anche le istruzioni sugli aumenti di tempo di sviluppo per la seconda e terza tornata di sviluppo (il mio standard è 3 + 3 + 2 pellicole), per le sotto e sovraesposizioni, fino a + 2 o - 2 stop, e le modifiche ai tempi di primo e secondo sviluppo per temperature diverse dai 38°. Consente di sviluppare 8 rulli da 36 pose.
Lo sviluppo di pellicole sottoesposte di 1 stop (Velvia 50 tirata a 100 ISO) ha dato ottimi risultati, praticamente indistingubili rispetto alla pellicola usata a sensibilità nominale, oltretutto con un notevole risparmio visto che il trattamento "push", presso un laboratorio, costa più di quello normale.
Il Kit Ornano va splendidamente con le pellicole Velvia e Provia. Alcuni test parziali effettuati con la Kodak Elite E.C. non mi hanno soddisfatto come resa cromatica, però le foto erano state realizzate in una giornata di cielo scuro, quasi di pioggia, sulla spiaggia; i colori nei panorami tendevano un po' al magenta, mentre nei primi piani e nei particolari di soggetti molto colorati, per esempio aquiloni, apparivano corretti. Probabilmente sarà una mia impressione dovuta all'abitudine a pellicole di altra marca.
Provia 100 sensibilità nominale
Velvia sensibilità nominale
Kodak Elite Extra Color 100 sensibilità nominale
Velvia trattamento push +1 (100 ISO)
Kodak Elite Extra Color 100 sensibilità nominale