Mi scrive Giuliana Cervetti: "Esiste un modo per "tradurre" il sistema zonale in qualcosa di compatibile con l'immagine digitale? Oppure la scala di Ansel Adams vale soltanto per chi traffica con alambicchi e sali d'argento?"
Dopo tutto i densitometri, i toner
e gli inchiostri non sono cose totalmente aliene rispetto a esposimetri,
emulsioni, carte da stampa; e certi aspetti di Photoshop ricordano la
camera oscura.
Il problema è capire se
le 256 tonalità del linguaggio digitale possono in qualche
modo trovare un corrispettivo nel mondo della fotografia.
Bene. Curiosando in giro (un
po' su testi cartacei, un po' sulla rete) ho trovato gli elementi
utili per costruire la tabella pubblicata qui sotto. I 256 toni
digitali possono corrispondere perfettamente alle zone della scala,
potendosi entrambe le scale tradurre come percentuale di nero. Così
avremo ad esempio che nella zona 0 (negativo non esposto), che per
Adams corrisponde al nero assoluto, anche la luminosità sarà
pari a zero e la percentuale di nero sarà del 100%; nella
zona V (grigio medio) avremo una luminosità media (128, cioè
la metà di 256) e una percentuale di nero del 50 per cento;
nella zona 10 (bianco assoluto della carta da stampa), la luminosità
sarà massima e la percentuale di nero scenderà a zero.
Come si vede, niente di nuovo
sotto il sole!
ZONE |
0 |
I |
II |
III |
IV |
V |
VI |
VII |
VIII |
IX |
X |
LUMIN. |
0 |
26 |
51 |
76 |
103 |
128 |
152 |
178 |
205 |
230 |
255 |
% NERO |
100 |
90 |
80 |
70 |
60 |
50 |
40 |
30 |
20 |
10 |
0 |
Michele Vacchiano © 10/2001
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