Chi mi conosce sa che sono allergico ad un sacco di cose, ma polline e polvere mi fanno letteralmente impazzire di starnuti e pruriti vari, al punto che in primavera mi piacerebbe andarmene in giro in una bolla di vetro. Ho scoperto che, purtroppo, anche le macchine digitali sono allergiche ai suddetti allergeni.
Come pulire il sensore
Esistono in commercio alcuni liquidi e alcune "Swab", spatole, specifiche per la pulizia del sensore. L'accoppiata Swab e metanolo è senz'altro funzionale, ma prevede l'acquisto di una fiaschetta di metanolo puro al 99.999% impresa tutt'altro che facile visto che i produttori statunitensi, a causa della legislazione in vigore, non possono spedirlo per via aerea poiché estremamente infiammabile. Inoltre le swab, comunque inutili senza il metanolo, sono carissime: ci vogliono 45 dollari per 12 swab monouso. E se la macchina è molto sporca ne occorre probabilmente una scatola intera. Inoltre il rischio di danno è grande. Infatti collocare più di un paio di gocce di metanolo sulla swab di pulizia (mai direttamente sul sensore) potrebbe portare l'eccesso di liquido dietro al filtro AA a diretto contatto con il sensore vero e proprio con effetti, ancora una volta, disastrosi. Ma questa tecnica è consigliata sia da Olympus che da Kodak e viene utilizzata con successo da tantissimi fotografi anche su altri corpi, Canon e Nikon in testa. È consigliabile quando esiste polvere incollatissima, che proprio non se ne vuole andare, o quando si bagna il filtro AA (con pioggia o neve nel cambio lente) per eliminare l'alone che immancabilmente si forma. Ma sono casi estremi.
Nella stragrande maggioranza dei casi, per pulire il sensore è sufficiente, udite udite, un pennello acrilico caricato elettrostaticamente. Questa è la tecnica che ho copiato da un'azienda americana la quale vende un pennello acrilico da 5 Euro e un manuale di istruzioni all'iperbolica cifra di 140 dollari + spese di spedizione.
Il pennello statico
(attenzione: perché la procedura funzioni bisogna seguire alla lettera quanto segue)
Dopo aver visto il pennello nel sito americano, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata il righello di plastica e i pezzetti di carta che, alle elementari dei miei tempi, la maestra usava per spiegarci la magia dell'elettricità statica. Non vedo perché non replicarlo senza spendere un capitale! Il sistema è tanto semplice quanto geniale. Fermo restando il fatto che il filtro AA non è così fragile come viene descritto nei manuali, si tratta di caricare un pennello elettrostaticamente e passarlo con gentilezza sul filtro AA. La polvere varrà "spazzata" via e rimarrà fissata elettrostaticamente alle setole del pennello. L'azione è più efficace della pompetta perché meccanicamente più incisiva, rimuovendo anche i corpuscoli umidi, ma senza essere pericolosa per il filtro AA. Inoltre non prevede liquidi. Insomma, funziona meravigliosamente bene.
Il pennello deve essere acrilico, altrimenti non si carica staticamente, e morbidissimo, per scongiurare il rischio di graffiare il sensore. In fase di acquisto, per testarne la morbidezza, è sufficiente passarlo sul labbro, ricordando poi di comprarne uno sigillato, non quello che abbiamo testato, visto che la nostra pelle è oleosa e dobbiamo evitare di contaminare le setole. Il pennello deve essere "a spatola", non rotondo, con le setole di almeno 2 cm di lunghezza per mantenersi soffice e flessibile, e della larghezza del sensore, o di un millimetro maggiore. Nel mio caso,15 mm per la 20D e 24mm per la 1DsMkII. Deve essere tassativamente e assolutamente privo di colla, con le setole trattenute in sede per schiacciamento del canotto metallico che lo unisce al manico. Il manico deve essere di legno o plastica, o altro materiale isolante. Sembra complicato ma non lo è. La maggioranza dei pennelli per uso cosmetico e quelli di ottima qualità per pittura sono così. Qui in Brasile, dove vivo, ne ho comperati due a circa 5 Euro cadauno, perfetti per lo scopo, in un negozio specializzato in articoli per pittura. Quelli per cosmesi, anche se migliori, purtroppo sembrano essere tutti rotondi. Quelli che ho visto a spatola sono troppo piccoli.
Come testare e preparare il pennello elettrostatico
Scelto con la massima cura il pennello, con le specifiche qui sopra, la prima cosa che dobbiamo fare è assicurarci che non vi sia colla tra le setole. A volte, per preservare i pennelli durante il trasporto le setole vengono impregnate di una colla a base d'acqua, così da rendere il pennello rigido e resistente. Al pittore questo non fa né caldo né freddo, pochi secondi in acqua e, per lui, la colla se ne va. Fermo il fatto che noi non dovremmo scegliere uno di questi pennelli, i quali si presentano nella rastrelliera del negozio con le setole rigide, dobbiamo assicurarci che non esistano colle o residui di lavorazione. Operiamo così, grazie ad un suggerimento tratto da internet: prendiamo un filtro UV Multicoated e puliamolo alla perfezione come siamo abituati (personalmente uso Lenspen). Appoggiamo il filtro su di un panno nero e con vigore spennelliamo il filtro avanti e indietro con il pennello almeno 250 volte (500 volte in totale) Non ci vuole molto, circa 3-4 minuti. Ciò fatto, osserviamo bene il filtro in luce radente. Se il pennello era davvero privo di colla, non vedremo nulla. Invece, se nelle setole si trovava della colla, sul filtro rimarranno striature parallele alle pennellate che abbiamo dato. In questo caso laviamo il pennello con una goccia di shampoo neutro e tanta acqua corrente, avendo cura di mettere il pennello di punta sotto il getto d'acqua. Lasciamo asciugare per una notte e ripetiamo il test del filtro. Se ancora persistono rigature, altro lavaggio e altro test. Si può arrivare anche a 5-6 lavaggi prima di eliminare completamente la colla. Ma se il pennello è di ottima qualità, di quelli che arrivano allo scaffale sigillati singolarmente, probabilmente non ci sarà segno di colla già dal primo tentativo.
Fatto ciò il pennello è pronto. Ricordiamoci di non toccarlo mai con le dita. Se succede per errore ripetiamo un ciclo di lavaggio.
Pulire il sensore
Per pulire il sensore serve:
Cominciamo così: apriamo Photoshop o qualsiasi altro programma di edizione e creiamo una immagine bianca a tutto schermo.
Montiamo l'ottica sulla camera, e in Av impostiamo il diaframma più chiuso possibile. Focheggiato in manuale in qualsiasi posizione, puntiamo l'ottica nel monitor e scattiamo la foto. Non importa se non si sta fermi. La polvere sul sensore tremerà insieme al sensore e non risulterà mossa.
Apriamo la foto scattata in Photoshop e valutiamo la polvere che abbiamo sul sensore (questo primo scatto è indispensabile perché la polvere si vede solo su fondi uniformi e a diaframmi chiusi. Puó capitare di avere il sensore infestato e non saperlo!)
Valutata la polvere, rimuoviamo l'ottica, assicuriamoci di avere le batterie cariche al 100% o l'alimentatore esterno collegato e mettiamo la macchina in posa B o in modalità di Sensor Clean. Lo specchio si alza e rimane alzato e la tendina si apre e rimane aperta, scoprendo il filtro AA con dietro il sensore.
Prendiamo il pennello e spariamoci contro aria compressa dalla bomboletta prestando attenzione ad investire con il getto tutta la superficie del pennello da un lato e dall'altro, ruotando lentamente il pennello davanti al getto. Muovete a destra e sinistra il pennello, non la bomboletta, per evitare fuoriuscite del propellente. Ancora, non agitare la bomboletta prima dell'uso per non far alzare eventuali residui mescolati con il gas. Investiamo bene tutto il pennello con il getto d'aria. Questa operazione dovrà durare 10-20 secondi e servirà a caricare il pennello elettrostaticamente oltre che pulirlo da eventuali residui rimasti intrappolati tra le setole.
Con un movimento fermo e gentile, passiamo il pennello sul filtro AA da destra a sinistra una volta sola, spennellando l'intera superficie con una passata uniforme, senza premere eccessivamente. La pressione giusta è circa quella che si applica ad una biro per scrivere.
Ripetiamo il punto 5, sparando aria nuovamente sul pennello.
Di nuovo con movimento fermo e gentile, spennelliamo stavolta da sinistra a destra.
E di nuovo il punto 5: spariamo aria sul pennello ruotandolo e muovendolo a destra e sinistra per investire ogni setola con il getto d'aria.
Ripetiamo il punto 6.
Ripetiamo il punto 5.
E, per ultimo, ancora il punto 8.
Avremo spennellato alternativamente sx-dx-sx-dx, quattro volte in tutto. È importante spennellare una volta sola, in una direzione sola, ricaricando/pulendo il pennello ad ogni passata con il getto d'aria. Altrimenti, invece di pulire il sensore muoveremo la polvere da un posto all'altro.
A questo punto spegniamo la macchina per chiudere tendina e specchio, rimontiamo l'ottica e ripetiamo la foto di test. Analizzandola dovremmo vedere la polvere decisamente ridotta, se non del tutto scomparsa. Se ce ne fosse ancora ripetiamo l'operazione appena descritta. Se dopo 3 o 4 tentativi alcuni granelli rimangono ancora visibili (generalmente rimangono nella stessa posizione) significa che sono molto incollati e per rimuoverli è necessario usare il sistema umido prima descritto. Ma nel 90% dei casi il pennello statico risolve brillantemente il problema polvere.
Altre applicazioni
Ho applicato lo stesso sistema, con successo, per la pulizia dello specchio e del vetrino di messa a fuoco di qualsiasi reflex, analogica o digitale che sia. Funziona anche per pulire diapositive e negativi impolverati, prima di passare alla scansione.
Tutto ciò detto, non mi rimane altro che prendere un antistaminico e augurarvi buone spennellate!
Mike Ronchi © 07/2005
Riproduzione Riservata
Attenzione!
Per quanto le procedure descritte siano state testate e ritenute sicure, non sono prive di rischi. Se non vi sentite in grado di replicarle esattamente, o non siete sicuri dei materiali da utilizzare, non tentate. Rimandate la macchina all'assistenza autorizzata. Nadir e Mike Ronchi non si assumono alcuna responsabilità per eventuali danni causati dall'applicazione di quanto suggerito nell'articolo.