Loupe. In francese, lente di ingrandimento. Termine preso poi in prestito pari pari dagli inglesi con lo stesso significato. Sinonimo di "magnifier", ma riservato all'ambito fotografico. In realtà la loupe non somiglia a una lente di ingrandimento se non per il fatto che contiene una o più lenti e serve a vedere le cose ingrandite.
Loupe opaca fornita con un curioso appoggio da tavolo.
Questa loupe della Toyo è studiata per osservare il vetro smerigliato quando si fa uso di paraluce pieghevole: per questo è più lunga del normale.
Loupe a forte ingrandimento: addirittura 15X!
Gli ingrandimenti sono i più diversi: si arriva da un minimo di 3X a un massimo di 8X. Anche le forme sono diverse, nel senso che può trattarsi di un semplice tubo come di un sistema più sofisticato, che termina con una sezione quadrata perfettamente adattabile alle dimensioni di un fotogramma di 24x36 mm o 6x6 cm (ma non mancano il 6x7, il 6x9 ecc.).
Il gruppo ottico va mantenuto a una certa distanza dal piano da osservare. Per questo la loupe è sempre composta da due parti: il gruppo ottico vero e proprio e un tubo distanziatore, che come già detto può essere rotondo o a sezione quadrangolare per adattarsi a negativi di diversi formati. Il tubo può essere trasparente oppure opaco. Il perché di questa differenza è presto detto:
Alcuni modelli offrono la possibilità di sostituire il tubo trasperente con quello opaco per adattarsi alle diverse esigenze.
Espressamente dedicate all'osservazione del vetro smerigliato sono certe loupe molto lunghe, che possono essere appoggiate sul vetro anche quando questo è protetto da un paraluce pieghevole o da un soffietto paraluce (sostituti imperfetti del buon vecchio - e sempre insuperabile - panno nero).
Che cosa scegliere? Ovviamente, dipende da quello che si vuol fare. Chi osserva stampe fotografiche non ha le stesse esigenze di chi fotografa in grande formato; chi valuta esclusivamente diapositive 24x36 non può essere soddisfatto da un modello progettato per un formato superiore. Anche le fasce di prezzo sono molto diversificate: conviene chiedersi a quale grado di precisione si vuole arrivare prima di spendere i propri soldi in un modello economico ma di fatto inutilizzabile. Valutare la precisione della messa a fuoco non è uno scherzo: uno schema ottico approssimativo non sarà in grado di fornirci la precisione di cui abbiamo bisogno.
Michele Vacchiano © 02/2001
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