ESPORRE PER LE OMBRE - SVILUPPARE PER LE LUCI
Negativi e stampe perfette in bianconero

Romano Sansone, giugno 2005

Per incredibile che possa sembrare c‘è ancora chi usa le pellicole e, incurante dei raffinati sistemi di esposizione automatica, si ostina a voler controllare di persona il processo fotografico.

Facendo parte della stessa specie di trogloditi non ho potuto che rallegrarmi quando mi è stato chiesto: "Ma cosa vuol dire esporre per le ombre e sviluppare per le luci?".
Ritenendo superfluo riscrivere la teoria, già abbondantemente illustrata nei sacri testi, ho scelto di chiarire il concetto con un esempio che mi sembra abbastanza efficace.

La foto sottostante presenta una scena di strada presso il bazar di Kerman, nell'Iran del Sud:

Nadir Magazine ©

Il problema fotografico è lampante: il grosso della scena è esposto ad un sole abbagliante e contiene una larga porzione di elementi bianchi fortemente riflettenti; l'interno del negozio, visibilmente più scuro, occupa solo un 15% dell'area totale. Un qualsiasi esposimetro a luce riflessa puntato sulla scena dall'esterno avrebbe reagito alla forte luminosità indicando un'esposizione certamente insufficiente per rivelare i dettagli dell'interno, che sarebbe apparso sulla stampa come un buco nero fuggito dalla sua galassia per rifugiarsi in un mercato persiano.

Neanche un esposimetro a luce incidente sarebbe stato di grande aiuto perché la sorgente di luce che illumina l'interno, a parte qualche raggio, non è il sole, ma il vano della porta, e per la legge dell'inverso dei quadrati la luminosità all'interno del negozio si riduce di un fattore 4 ad ogni raddoppio della distanza dalla porta.

Non restava che avvicinarmi alla porta e misurare la luminosità dell'interno. Non so il vostro, ma il mio esposimetro non gode del dono della chiaroveggenza, per cui ha fatto questo ragionamento: "Qui il padrone vuole fotografare l'interno! Ma si rende conto di come è scuro? Bisogna aiutarlo a non fare fesserie".
E così mi ha consigliato un'esposizione che avrebbe rivelato in tutto il loro splendore barattoli, bottiglie e roba vecchia, rendendo i sacchi di plastica di un bianco abbagliante senza la minima traccia di dettaglio. Decisamente non l'ideale per ricavarne una foto.

Quello che il mio esposimetro non poteva sapere è che io volevo sì una visione dell'interno, ma volevo che fosse una visione scura, e che per ottenerla dovevo chiudere di due stop rispetto alle sue indicazioni. Questa "esposizione per le ombre" mi avrebbe permesso di rendere le alte luci meno intrattabili. Il negativo sarebbe rimasto ancora molto contrastato, ma a questo punto sarei potuto intervenire con lo sviluppo.

LO SVILUPPO
Ho trattato la pellicola, una HP5, in ID-11 diluito ad 1+3 per 16 minuti invece dei 20 regolamentari, cioè con una riduzione del 20% sul tempo prescritto. La generosa esposizione per le ombre e l'effetto compensatore del rivelatore mi hanno consentito di abbassare a sufficienza le alte luci senza perdere dettagli se non nelle aree più scure.
Dire che con questo io abbia ottenuto un negativo facile da stampare sarebbe una grossa presa in giro, ma una cosa è certa, se non avessi adottato queste misure questa foto non l'avrei mai stampata.

Sento già arrivare la domanda: "E che cosa è successo alle altre foto del rullino, sviluppato in questo modo?". Niente, come non è successo niente a tutti i miei altri rullini, da quando questo è diventato il mio sviluppo standard. Con ciò non voglio convincere nessuno ad adottarlo definitivamente, ma chi si trovasse a dover risolvere un problema di contrasto della portata di quello descritto potrà farne uso senza timore di rovinare le foto rimanenti.

Romano Sansone © 06/2005
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ALTRI ESEMPI

Nadir Magazine ©

Fig.2

La Fig.2 rappresenta l'interno della chiesa romanica di S. Nicolao a Giornico (Svizzera). Per avere un'idea di quanto fosse scura in realtà, basti pensare che la luminosità delle volte della cripta non direttamente illuminate dalla porta non era leggibile dall'esposimetro Sekonic 508: ho dovuto spostarmi a metà della chiesa, prendere una lettura a luce incidente e dividere per quattro. Una volta effettuata la lettura non si è presentato alcun problema particolare con le luci perché, riprese a distanza, le finestre potevano essere rappresentate come macchie di luce, comunque è stato utile abbassare il contrasto del negativo con lo sviluppo per ridurre la differenza di luminosità tra i primi piani ed i piani distanti.

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Fig.3

La Fig.3 è un dettaglio della cripta volutamente scuro, il cui negativo contiene però tutti i dettagli, compresa una sufficiente gamma di tonalità nel vano della finestra, che qui rappresenta un elemento importante e deve apparire in tutti i suoi particolari.