Le molteplici condizioni alle quali si può effettuare la scansione ed il fatto che i valori numerici non vengono convertiti in termini di densità tendono a mascherare questo fatto fondamentale. Il problema si riduce, quindi, a trovare le condizioni alle quali lo strumento restituisce dati utili per leggere un negativo da usare in CO, piuttosto che per generare un'immagine digitale.
Per prima cosa occorre interpretare i dati numerici forniti dallo scanner: allo scopo ricordiamo che la densità è il logaritmo del rapporto tra l'intensità della luce incidente e l'intensità della luce trasmessa. In breve, D=log(Ii/It).
Quando analizziamo una scansione osserviamo che la luminosità massima dell'immagine può raggiungere il valore numerico massimo di 255. Un punto dell'immagine con un valore di 198 rappresenterebbe perciò una densità di 0,11.
Ma è questa la densità del negativo in quel punto? Certamente no: il rapporto tra le tonalità di grigio è alterato rispetto all'originale in conseguenza delle condizioni che abbiamo imposto per effettuare la scansione. Rieccoci dunque al punto di partenza.
La teoria dice:
Poiché la densità che c'interessa è quella al di sopra della densità di base + velo, è ad una porzione non esposta del negativo che bisogna assegnare il valore numerico massimo di 255 operando sul fattore esposizione.
Poiché la densità teorica massima è infinita occorre regolare la luminosità minima per la scansione (ombre) sul valore zero.
In realtà dobbiamo fare i conti con alcune limitazioni del sistema:
Avvicinarsi il più possibile al valore 255 per il negativo non esposto, tende a riportare la luminosità delle zone più opache intorno al valore 13 per la zona VIII, che riduce la possibilità d'errore. D'altro canto un'esposizione eccessiva, pur lasciando inalterato il valore di 255, aumenterà la luminosità delle zone esposte, falsando il calcolo della densità. È perciò raccomandabile di regolare l'esposizione in modo da essere chiaramente al di sotto di 255 per il fotogramma non esposto. L'errore nelle zone più opache può essere aggirato estrapolando le densità delle zone intermedie, aiutati dal fatto che le curve densitometriche delle pellicole moderne sono rettilinee.
Ci rimane per ultimo da sistemare il fattore Gamma
Come è noto questo modifica il contrasto dei valori intermedi, che è come dire che un'immagine può mantenere i suoi valori estremi ma può andare dall'uno all'altro per vie diverse. Si tratta dunque di trovare quel valore di Gamma per il quale la scala tonale del negativo viene riprodotta sullo schermo. Questo valore (50) è stato trovato empiricamente confrontando le letture dello scanner con quelle di un densitometro.
Seguono alcune raccomandazioni:
Gli esperimenti sono stati eseguiti con uno scanner piano Epson 1200 Perfection PHOTO, con accessorio per negativi e diapositive.
Romano Sansone © 04/2000
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