Vi siete mai trovati in una città d’arte verso le nove del mattino, quando il sole non è ancora allo zenit e la sua luce, fortemente angolata, crea ombre nette sulle facciate dei palazzi?
Quando una facciata è tagliata a metà da una linea d’ombra, la strategia migliore sarebbe quella di rinunciare alla fotografia: se si espone per la parte illuminata dal sole, la metà in ombra apparirà quasi nera; se al contrario si espone per la parte in ombra avremo mezza facciata bruciata e irrecuperabile. Se poi ci venisse l’insana idea di misurare separatamente l’esposizione sulle due zone e poi fare una media, allora il disastro sarebbe quasi assicurato: la differenza tra la parte illuminata e la parte in ombra è spesso irrecuperabile anche per un sensore di ampia gamma dinamica, e fare una media equivarrebbe a dire che un uomo con la testa nel forno e i piedi nel congelatore goda di una temperatura media ottimale! Se proprio non possiamo tornare in un altro momento (quando la facciata è uniformemente illuminata, o al contrario tutta in ombra) non resta che rinunciare alla veduta d’insieme e concentrarsi sui particolari architettonici.
Bilanciamento del bianco e temperatura colore. In questa fotografia, il leone in pietra in primo piano è illuminato dalla luce del tramonto: una luce calda con evidenti dominanti giallo-arancioni. Il palazzo sullo sfondo, invece, è in ombra, per cui la sua facciata bianca appare sgradevolmente azzurra. Il bilanciamento del bianco automatico della fotocamera ha fatto un compromesso miracoloso, ma comunque insoddisfacente.
Ingrandimento della parte centrale della fotografia precedente. La correzione in postproduzione ha riportato la facciata verso un ragionevole bianco, ma ha ulteriormente “acceso” i colori delle parti illuminate dal sole (il posteriore del leone, il basamento della statua e la facciata della chiesa sullo sfondo).
Temperatura colore
Ma c’è anche un’altra situazione, altrettanto problematica, e cioè uno sfondo illuminato dal sole e un primo piano in ombra (o viceversa). In questo caso il problema non è soltanto compensare i contrasti d’illuminazione, ma anche equilibrare la temperatura cromatica.
Bilanciamento del bianco e temperatura colore. In questa fotografia, scattata a Varsavia pochi minuti e poche centinaia di metri dopo le precedenti, le dominanti cromatiche non sono state corrette per sottolineare i forti contrasti cromatici presenti nella scena e descrivere in modo creativo il momento che precede “l’ora blu”.
È noto, infatti, che la temperatura di colore della luce solare si aggiri intorno ai 5600 Kelvin, mentre la temperatura di colore di una zona in ombra scoperta (cioè illuminata non dal sole, ma dal cielo e dalla luce riflessa dalle superfici circostanti) può raggiungere valori molto alti: se il sole è fortemente angolato e il cielo è sereno, la temperatura cromatica delle ombre può raggiungere e superare i 20mila Kelvin.
Risultato: sfondo (illuminato dal sole) correttamente esposto ma primo piano (in ombra) completamente blu. Oppure, in alternativa, ombre prive di dominanti ma parti al sole giallo-arancioni.
Anche in questo caso, fare una media non avrebbe senso, perché la differenza di temperatura cromatica c’è e non si può compensare: al massimo potremo spostare l’equilibrio dei colori verso il blu o verso il rosso, ma lo scarto rimane quello iniziale.
Innsbruck, dicembre. Il bilanciamento del bianco è stato calcolato in modo da equilibrare lo sfondo, che così appare abbastanza neutro. L’interno del chiosco era invece illuminato da luci al tungsteno, che determinano una forte dominante giallo-arancio. Queste dominanti non sono state corrette, proprio per sottolineare la differenza tra l’ambiente esterno e l’interno caldo, accogliente e – in questo caso – “appetitoso” del chiosco.
Bilanciamento del bianco e temperatura colore. Rovaniemi, Finlandia. I pilastrini sormontati da lampioni accesi segnano il percorso del Circolo polare artico. La fotografia è stata scattata alla fine di novembre, al mattino presto. In questa stagione il sole sfiora appena l’orizzonte e si fa vedere per non più di un’ora. Il cielo è interessante ma la neve in primo piano è color puffo. Ovviamente non va bene.
Il problema è stato risolto agendo sull’equilibrio dei colori in postproduzione, soprattutto desaturando il canale del blu e spostando verso l’alto il cursore della regolazione della temperatura cromatica. Il cielo è diventato meno azzurro ma l’equilibrio globale ne ha tratto giovamento.
Bilanciamento del bianco e temperatura colore. Quando c’è il sole, la luce di Manhattan è particolare: il cielo azzurro si riflette nelle vetrate dei grattacieli e ne viene moltiplicato e replicato all’infinito. Di conseguenza la città sembra immersa in una luce blu che pervade ogni cosa. Questa caratteristica deve essere valorizzata, perché è parte integrante dell’ambiente. Per questo la dominante azzurra di questa immagine non è stata corretta, ma anzi è stata leggermente sottolineata in postproduzione.
Al contrario, la luce del West è calda e avvolgente. Il colore rossiccio dell’arenaria (roccia che costituisce la base dell’immenso Colorado Plateau) riflette la luce del sole e la diffonde ovunque, trasformata e riscaldata dalle superfici rocciose che la riflettono. Un fenomeno particolarmente evidente e spettacolare all’alba e al tramonto, come si vede in questa immagine scattata da un’altura nella Monument Valley (Arizona). Anche in questo caso le forti dominanti non sono state corrette (è stata solo abbassata leggermente la tinta, che il sensore Phase One tende a spostare verso il magenta), allo scopo di sottolineare l’atmosfera del luogo e dell’ora.
Soluzioni?
1. Trasformare l’immagine a colori in un’immagine in bianco e nero. Ovviamente non sempre è possibile (ad esempio quando si lavora per una rivista di viaggi).
2. Agire sulla saturazione dei colori in postproduzione. Se ad esempio si corregge il bilanciamento del bianco in modo da rendere neutre le ombre, accadrà che le zone illuminate dal sole appariranno – come abbiamo detto – gialle o arancioni. A questo punto non resta che agire sulla saturazione dei colori in modo selettivo, decrementando la saturazione del giallo e dell’arancione fino a ottenere un tono quanto più neutro possibile.
3. Fregarsene, e accettare la differenza di temperatura cromatica come una caratteristica dell’immagine, sfruttandola anzi in modo creativo per ottenere un risultato capace di “raccontare” l’atmosfera del momento.
Rino Giardiello e Michele Vacchiano © 02/2019
Riproduzione Riservata
Bilanciamento del bianco e temperatura colore. Ecco invece un caso in cui le dominanti cromatiche non solo sono tollerate, ma sono addirittura cercate, allo scopo di evocare un'atmosfera. Questa immagine è stata scattata in luce di Wood, per capirci, quella che si usava nelle discoteche. Correggere una situazione del genere sarebbe davvero un delitto!