Queste foto, oggi visibili al Museo Andersen di Roma,
sono conservate nella collezione della Fototeca Carlo Scarpa del CISA
Palladio; l'occasione per organizzare questa mostra, curata da Maddalena
Scimemi, è data dal centenario della nascita di Scarpa (1906).
L'esposizione consta di quaranta fotografie, tutte in bianco e nero,
divise in quattro gruppi: Ritratti, Ombre, Linee, Distanze.
La prima sezione comprende immagini realizzate nei giardini e nei
padiglioni della Biennale di Venezia, e mescola operai a volti noti, in
una galleria di ritratti scattati con la consueta acutezza da Berengo
Gardin - che, durante una lunga intervista ciclicamente proiettata in una
delle sale del Museo, non manca di sottolineare come lui non sia un
fotografo di quelli che si appostano con un teleobiettivo a rubare
istantanee, bensì preferisca immergersi tra le persone per comporre dei
ritratti, di gruppo o meno, dal taglio più grandangolare.
Uno scorcio
dell'allestimento della mostra, nelle sale del Museo Andersen
Ombre è la sezione dove forse si ammirano le foto migliori:
composizioni sapienti, accuratissime, mai del tutto astratte, in cui
Berengo Gardin mostra di saper trovare un eccellente equilibrio tra pura
forma e documentazione visiva. C'è più grafismo in Linee, dove il
fotografo gioca con lame di luce, accenni di architettura, tagli
compositivi essenziali, come a voler suggerire una percezione dei lavori
di Scarpa, più che degli elementi che li spieghino all'osservatore. Del
resto, un cantiere è un mistero, dice Berengo Gardin nell'intervista: ad
opera ultimata scompare, e lui, avendolo potuto fotografare, ha avuto
l'occasione di raccontare qualcosa che altrimenti sarebbe andato perso. La
sezione Distanze, infine, accoglie immagini in cui sono compresenti
figure umane e paesaggi urbani o naturali.
Molte delle fotografie esposte sono di eccellente livello e meritano una
visione accurata; ma ci sentiamo anche di raccomandare l'intervista sopra
menzionata, nella quale Berengo Gardin parla del suo rapporto con la
fotografia; ed il suo racconto è anche un modo diretto per farsi un'idea
del contesto socio-culturale in cui egli ha iniziato a fotografare,
contesto che sicuramente ha avuto un ruolo nel renderlo uno dei più grandi
fotografi italiani.
Agostino Maiello © 12/2006
Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini 20, Roma
Tel. 06.3219089 - Dal martedì alla domenica dalle ore 9,00 alle 19,00
(ultima entrata 18,30). Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Fino all'11
gennaio 2007
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