L'ESPOSIZIONE MANUALE... MA MANUALE QUANTO?
Agostino Maiello, luglio 2002

A metà tra riflessione e provocazione, proviamo a ragionare sull'essenza dell'esporre manualmente.

Esiste davvero l'esposizione manuale?

Provocazione: non esiste l'esposizione manuale.
Ragioniamo.
Il nostro cervello non è in grado di ragionare su due parametri contemporaneamente, perciò automaticamente ne fissa prima uno e poi l'altro. Poiché sappiamo che quasi ogni valore del diaframma influenza l'aspetto generale dell'immagine, solitamente questo perno del nostro ragionamento è il diaframma. Non che il tempo non sia importante, ma salvo casi particolari (voler usare un tempo lento per fotografare lo scorrere di un ruscello, ad esempio), solitamente basta sapere di stare sopra la soglia del mosso per dimenticarsene. Viceversa il diaframma determina la profondità di campo, quindi ha un impatto più diretto sull'aspetto finale che avrà l'immagine.

Ora, abbiamo detto che il nostro cervello non è in grado di ragionare su due valori contemporaneamente; allo stesso modo, le nostre mani regolano l'uno oppure l'altro, non certo tutti e due insieme. Di conseguenza esporre in manuale equivale quasi sempre ad un processo in due fasi. Fase uno: impostare il diaframma che abbiamo deciso. Fase due: agire sui tempi finché l'esposimetro non ci dà il fatidico segnale verde. Se poi questo segnale verde impone tempi a rischio, allora ripetiamo il processo con un diaframma più aperto. Inoltre, se sappiamo di dover compensare l'esposizione per qualche motivo, lo facciamo.

Analizziamo ora l'esposizione a priorità dei diaframmi. Fase uno: impostiamo il diaframma desiderato. Fase due: la macchina imposta il tempo secondo le indicazioni dell'esposimetro. Quindi la macchina non fa altro che fare al posto nostro un'azione totalmente meccanica, cioè quella di regolare una ghiera o un selettore finché non si spegne o si accende un determinato LED. Dopodiché interviene il fotografo, e decide se si tratta di un tempo a rischio, o se c'è necessità di compensare l'esposizione (soggetto molto chiaro o molto scuro, soggetto in controluce, e così via), e se serve lo fa, così come lo farebbe in manuale.

La conclusione è che anche l'esposizione manuale, in realtà, è un'esposizione a priorità di qualcosa, e questo qualcosa quasi sempre è il diaframma, salvo i casi particolari che abbiamo visto più sopra.

Agostino Maiello © 07/2002
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