IL FASCINO INDISCRETO DELLA MECCANICA
Fotocamere elettroniche o meccaniche? Quale preferire?
Agostino Maiello, luglio 2001

Uno dei luoghi comuni più diffusi nel mondo della fotografia è che le fotocamere completamente meccaniche siano per definizione più affidabili e più longeve di quelle elettroniche. In questo articolo argomenteremo che ciò non è sempre vero, e che invece si tratta di valutazioni da farsi caso per caso.

Innanzitutto andrebbe detto che la qualità dei materiali, la qualità del processo produttivo e le tolleranze ammesse sono valori che vanno considerati sia nella produzione delle fotocamere meccaniche che in quella delle fotocamere elettroniche. Basti pensare alle innumerevoli fotocamere russe, fragili e spesso sistematicamente difettose, eppure molto semplici costruttivamente e quasi sempre totalmente meccaniche. La qualità dei materiali utilizzati, ed il rigore nel processo produttivo, determinano in gran parte la robustezza del prodotto finale; basta confrontare una Nikon F100 con una F65 per sentire, semplicemente "tenendole in mano", la differenza. Insomma, non è l'essere meccanica od elettronica a sancire la robustezza di una fotocamera, bensì la qualità intrinseca del modello, per non dire dell'esemplare. Questa sensazione di superiore affidabilità delle meccaniche si spiega, spesso, con l'inconscio convincimento che l'elettronica sia un'entità misteriosa ed inafferrabile, laddove un pezzo meccanico sia qualcosa di "comprensibile" e, perciò, più "amico". C'è un fondo di verità in questo, così come c'è un fondo di verità nel fatto che la ricostruzione di un componente meccanico possa essere alla portata di un fotoriparatore medio, laddove un pezzo elettronico sia quasi sempre impossibile da riprodurre.

Nella pratica questo significa che una Nikon FM2 rotta la può riparare un qualunque bravo fotoriparatore, mentre una F100 richiede che il riparatore possa sostituire la componente difettosa con un pezzo analogo, generalmente fornito da Nikon; quindi, appena Nikon smette di supportare la F100, c'è il rischio di trovarsi con una fotocamera non riparabile semplicemente perché il produttore non realizza più i ricambi. Ciò sposterebbe il giudizio a favore della FM2, però... c'è il rovescio della medaglia, e cioè che per ricostruire un componente meccanico serve un riparatore davvero molto preparato ed abile; ed il proliferare delle fotocamere elettroniche, ormai da vent'anni a questa parte, ci induce a pensare che individuare il classico "bravo artigiano" sia, e diventerà, sempre più difficile. La riparazione delle fotocamere elettroniche, invece, in linea di massima appare più accessibile, dato che in gran parte dei casi di fatto è solo una sostituzione di un pezzo con un altro (già finito e solo da implementare). Questo per quanto riguarda il discorso delle riparazioni. Per quanto riguarda l'affidabilità, abbiamo già detto che in linea di principio non si può affermare la superiorità di una categoria di fotocamere rispetto ad un'altra, essendoci svariati parametri in gioco.

Del resto anche i malfunzionamenti possibili sono molto diversi, perciò è assai difficile, oltre che inutile, mettersi a fare i confronti. I componenti elettronici o funzionano, o non funzionano affatto. I componenti meccanici invece soffrono di usura e possono soffrire di malfunzionamenti graduali e/o intermittenti, prima di cedere. Peraltro qualunque test dimostra che la precisione degli otturatori elettronici è in media assai superiore a quella dei corrispondenti meccanici. Un ultimo punto riguarda la dipendenza delle batterie, vero baluardo dei sostenitori delle meccaniche. Sì, è vero che le fotocamere meccaniche non necessitano di batterie e dunque c'è una variabile in meno a cui dover badare, però a questo punto ci chiediamo perché queste persone, che sono disposte a pagare fior di milioni per una meccanica (perché le Contax S2, le Leica R6 e le Nikon FM2 di certo non le regalano) pur di non dover dipendere dalle batterie, poi nella vita reale facciano uso di automobili (e se si rimane senza benzina?), telefonini (e se la batteria si scarica?), e via discorrendo. Insomma, è vero che senza batterie con le elettroniche non si scatta, ma è anche vero che un set di batterie di ricambio pesa poche decine di grammi e sta comodamente in un taschino. Anzi, se da un lato le stilo e le ministilo ingombrano un po' di più, va detto che ormai lo standard sono le batterie al litio (CR2, CR123A, CR5, ecc.), praticamente minuscole e dal peso inconsistente (per non parlare delle semi-invisibili batterie a pastiglia tipiche degli anni '70 ed '80).

Sempre sulle batterie si sente dire ogni tanto che un loro punto debole sarebbe la loro inaffidabilità in situazioni climatiche estreme. Ora, a parte che ci piacerebbe sapere nel concreto quanto spesso queste persone vadano in Groenlandia o nel Sahara, test specifici da noi più volte effettuati con fotocamere elettroniche sia moderne che meno recenti hanno dimostrato che sia lavorando in situazioni di caldo torrido (oltre quaranta gradi all'ombra), sia di freddo intenso (svariati gradi sotto lo zero), non ci sono stati problemi né di otturatore né di esposimetro. Al limite, lo sbalzo rapido di temperatura (tipico esempio: quando si esce da un rifugio montano) può creare qualche ritardo nella risposta delle batterie, ma si tratta di un fenomeno che non sempre si verifica, e che si può evitare con un minimo di accortenza (basta mantenere la fotocamera sufficientemente protetta, ad esempio sotto la giacca; i più scrupolosi comprano i portabatterie separati e tengono così le batterie in una tasca). Nella peggiore delle ipotesi comunque ha come unica conseguenza il dover aspettare qualche secondo prima di poter cominciare a scattare. Un ultimo punto da sempre invocato dai sostenitori delle meccaniche è quello della reperibilità delle batterie: se un giorno determinati modelli non dovessero essere più prodotti, i possessori di fotocamere che le usano si troverebbero in seri problemi.

Vero, ma il punto è: dato che l'elettronica è sempre più presente nella vita di tutti i giorni, ha senso presumere che di punto in bianco un determinato tipo di batteria cessi di essere prodotto? Probabilmente no, e difatti l'unica volta in cui ciò è successo è dipeso dalla scoperta delle capacità inquinanti del mercurio, con conseguente ritiro dal commercio di tutte le batterie basate su di esso. A parte questo caso, sul mercato si trovano tranquillamente le batterie necessarie ad alimentare praticamente tutte le fotocamere prodotte negli ultimi decenni, il che dovrebbe tranquillizzare anche il più ansioso dei fotografi. Concludendo, si può osservare che, sgombrando la mente da pregiudizi e atteggiamenti che hanno poco di razionale e molto di snob, a conti fatti motivazioni reali per affermare che le fotocamere meccaniche sono più affidabili di quelle elettroniche non ve ne sono, da nessun punto di vista. Ma precisiamo che stiamo parlando di motivazioni "reali", cioè concrete e basate sul buonsenso; poi, si sa, nel mondo del feticismo fotografico spesso impera la massima "don't confuse me with facts, I've made up my mind", e contro questa categoria di persone sappiamo bene che è inutile discutere. Lasciamoli sperare che domani qualcuno scopra che il litio inquina terribilmente, e pensiamo a fare le foto con le nostre fotocamere robuste, moderne ed affidabili.

Agostino Maiello © 7/2001
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