CARL ZEISS DISTAGON 18mm f/3,5 ZF
Prova sul campo ed un po' di storia
Pierpaolo Ghisetti, febbraio 2010

La focale da 18mm per il formato 24x36, equivalente ad un angolo di campo di 100°, è stata storicamente introdotta dalla Zeiss nel 1967 per il sistema Contarex.

Quest’ottica, innovativa e rivoluzionaria, di luminosità f/4, era composta da 10 lenti in 9 gruppi, e pesava solo 350 grammi. Era abbastanza compatta, tuttavia con l’apposito porta filtri, che supportava filtri di diametro 92mm, risultava molto più ingombrante.

Era un’ottica che si segnalava per l’eccezionale correzione della distorsione, appena il 3%, che per una focale ultragrandangolare rappresentava un valore veramente fuori dalla norma; da notare che non possedeva ancora il trattamento multistrato T*. Come tradizione nel sistema Contarex, elitario per definizione, la produzione si assestò a 1.683 esemplari prodotti sino al 1972. Oggi è un’ottica ricercatissima ed ancora estremamente valida.

Il Distagon 18/3,5, con il suo paraluce, montato su una gloriosa Nikon F2 con pentaprisma.

Opportunamente ridisegnata nel barilotto passò negli anni Settanta al sistema Contax RTS, senza tuttavia che si segnalassero cambiamenti nello schema ottico, che rimase il medesimo del predecessore, anche se probabilmente i vetri furono sostituiti, silenziosamente e senza clamori, da altri più moderni. Fu tuttavia fornita di trattamento multistrato T*. Ne furono costruiti circa 15.500 esemplari che non solo dimostrano il successo del sistema Contax, ma anche il passaggio da un’ottica elitaria ad una più alla portata di molti.
Nel 2009, dopo oltre quarant’anni dal primo progetto, la Zeiss ha deciso di offrire un’ulteriore evoluzione del suo supergrandangolo, portando la luminosità a f/3,5 e offrendolo per una serie diversi di innesti tra cui spicca quello ZF per fotocamere Nikon, vecchie e nuove.

Il primo 18mm della Storia del 35mm, nel 1967 per Contarex, accanto all’ultima versione.

La nuova versione si presenta con uno schema ottico più complesso, ovvero 13 elementi in 11 gruppi, la presenta di un gruppo interno di lenti flottanti, una luminosità aumentata di mezzo diaframma ed un peso di 420g, che diventa 470g con lo speciale e, francamente, ingombrante paraluce di metallo a tulipano. Il diaframma arriva a f/22, mentre la minima distanza di messa a fuoco arriva sino a 30cm, come la versione precedente, mentre la prima versione per Contarex arrivava sino a 50cm. Naturalmente il nuovo Distagon esibisce sulla ghiera la classica T rossa con stella.
La forma dell’ottica è caratteristica, con un barilotto dal diametro di 5 cm che si allarga in una strombatura dal diametro di ben 82mm: la costruzione meccanica è semplicemente eccellente, con diaframma a scatti di mezzi valori e ghiera di messa a fuoco perfettamente fluita. La messa a fuoco, per quello che serve in un’ottica supergrandangolare come questa, è morbidissima. L’ottica è marcata ‘Made in Japan’.

Memorial americano di Bastogne all’alba con nebbia e pellicola invertibile Agfa Scala 200: solo un super grandangolo come il 18mm può rendere compiutamente la tragica grandiosità del sito. Da notare che il marciapiede anteriore è effettivamente circolare come appare nella foto.

Gli MTF forniti dalla Zeiss per quest’ottica mostrano un’altissima resa in asse, già a tutta apertura, mentre i bordi, anche se migliorano progressivamente, non raggiungono mai, almeno teoricamente, gli identici valori della zona centrale, neanche chiudendo il diaframma. La distorsione si attesta sul 2% , un valore francamente incredibile per un’ottica di questo angolo di campo, mentre la vignettatura appare evidente a tutta apertura, (ma occorre ricordarsi che si tratta di un f/3,5), per calare drasticamente a f/5,6.

Tigre II a La Gleize, Belgio: il mostro tedesco da 70 tonnellate ripreso a due metri di distanza con diaframma f/16. Appare evidente come i particolari fuori asse siano perfettamente resi, mentre la lunghissima canna del cannone da 88mm appare assolutamente dritta, un'altra lunghezza focale sarebbe risultata insufficiente a restituire la mole del mezzo.

Sul campo il nuovo Distagon esibisce il classico contrasto Zeiss, con una saturazione cromatica eccezionale, passaggi tonali perfetti, colori puri e non inquinati. Il problema della resa ai bordi si riduce drasticamente nella fotografia pratica e, francamente, ci sembra quasi inavvertibile, merito forse delle lenti flottanti, che nella pratica fotografica eliminano le aberrazioni. Ottima la tenuta al controluce, anche se talvolta possono apparire immagini fantasma o strisce di luce, del resto normali, se non si controlla con attenzione la scena ripresa, con un angolo di campo così vasto, mentre il paraluce spesso risulta veramente ingombrante e talvolta anche irritante, anche se indubbiamente utile. La resa ottica è semplicemente eccellente, con una definizione che rende i soggetti tridimensionali, staccati dallo sfondo, e, grazie alla distorsione ben controllata, talvolta non ci si rende conto di usare un super grandangolo.

Città del Luxemburgo: ai diaframmi centrali la vignettatura è sotto controllo anche con un cielo di un blu uniforme, mentre la distorsione della base del monumento appare veramente minima.

Complessivamente, se si escludono gli ingombri eccessivi, specie col paraluce, abbiamo trovato questo 18mm un formidabile passo avanti rispetto alla vecchia versione per Contax, sia nella costruzione meccanica, accuratissima e tra le migliori sul mercato, ma soprattutto nella resa complessiva, anche alle brevi distanze, con uno stacco dei soggetti che li rende ‘vivi’.
Come tradizione delle ottiche Zeiss si tratta di un obiettivo da usare a tutto campo, molto superiore nella pratica fotografica a quanto gli MTF della stessa Zeiss, pur notevoli, lascino supporre.

Pierpaolo Ghisetti © 02/2010
Riproduzione Riservata

Statua del Maresciallo Ney a Metz, Francia: ripresa a tre metri di distanza, mostra tutto l’effetto monumento di cui è capace un’ottica con questo angolo di campo. A f/8 non si nota vignettatura.