OTTICHE ZEISS-CONTAX SU SONY NEX
Recuperare gloriosi obiettivi grazie al tiraggio cortissimo delle NEX

Uno dei tanti anelli reperibili su eBay a prezzi molto convenienti (circa 15-20 Euro).

Certo che la NEX quasi scompare dietro lo Zeiss 85/1.4 ed il 35/1.4 è anche leggermente più lungo!

Ben più compatto è l'insieme "anello adattatore + 50mm". Nella foto si può vedere il 55/2.8 Macro Yashica le cui dimensioni sono simili a quelle del 50/1.4 Zeiss.

Dite la verità: chi non ha comprato la NEX con l'idea di poterci utilizzare un'infinità di ottime ottiche non più utilizzabili con la nuova reflex digitale?
Ottimi obiettivi Nikkor, Leitz, Contax, Yashica ed a vite 42x1 giacevano tristemente inutilizzati nel cassetto, obiettivi spesso molto luminosi, di ottima qualità e molto costosi all'epoca, perfettamente in grado di dare i punti ai moderni zoom che ci ritroviamo oggigiorno a corredo delle nostre digitali. Molti hanno recuperato le ottiche Leitz e Zeiss sulle Canon (specie le full frame), ma questa opportunità era interdetta a chi, come me, già disponeva di un corredo digitale di altra marca.
Le Sony NEX, con il loro tiraggio cortissimo, non solo hanno permesso il recupero di queste ottiche, ma anche quello di (quasi) qualsiasi obiettivo esistente, persino quelli creati per la cinematografia.
Per quanto mi riguarda, avendo nel cassetto un vasto corredo Contax, ho voluto provare con questo, ma poi seguiranno gli altri (ho anche numerose ottiche Nikkor e Zuiko).

Trovare un anello adattatore non è stato difficile - su internet e su eBay se ne trovano tantissimi - ed alla fine, anche per il prezzo molto conveniente, la scelta è caduta su un venditore asiatico che vendeva lo stesso identico anello degli altri a molto meno: 12,43 Euro spedizione compresa anziché 30 e più.
L'unico problema è stata l'attesa di oltre 20 giorni, ma alla fine l'anello è arrivato sano e salvo, ben imballato e perfettamente funzionante.

In pratica.
L'anello si innesta con facilità e senza giochi sia al corpo della NEX che agli obiettivi Zeiss e l'insieme risulta stabile e sicuro. L'utilizzo di questo tipo di anelli è risultato un po' ostico a diversi miei amici che non avevano vissuto l'esperienza di adattare ottiche a vite sulle Contax o sulle Pentax, ma l'uso delle ottiche in manual focus e stop down risulta, a mio avviso, più facile sulla NEX che, appunto, sulle vecchie reflex. Questo per due motivi:

La messa a fuoco.
Doveva avvenire per forza con il diaframma alla massima apertura visto che, diaframmando, l'immagine nel mirino si scurisce; ma il monitor della NEX compensa la riduzione di luminosità e si riesce a mettere a fuoco anche coi diaframmi più chiusi. L'unico motivo per continuare a mettere a fuoco a tutta apertura è per sfruttare la ridotta profondità di campo che permette di riconoscere meglio cosa è a fuoco e cosa non lo è. Ancora: sulle vecchie reflex il mirino era sempre quello, sulle NEX il monitor, oltre ad essere di maggiori dimensioni rispetto al 24x36, consente un ingrandimento di 7x e 14x. E non è finita: le NEX hanno anche un'assistenza di messa a fuoco che evidenzia, colorandole di un colore a scelta, le aree a fuoco. Sarà senz'altro più lento che con l'AF, ma è quasi impossibile sbagliare la messa a fuoco!
L'esposizione.
Sulle vecchie reflex si doveva esporre in manuale o sfruttare l'automatismo a priorità di diaframmi lasciando che la reflex adeguasse il tempo d'esposizione al diaframma in uso anche se ormai non ci si vedeva più. La NEX utilizza, in pratica, lo stesso metodo della priorità dei diaframmi, ma lo fa da sola non appena si accorge che è stata innestata un'ottica manuale. Dunque, esposizione corretta e messa a fuoco agevolata dall'ingrandimento 7x sul monitor già di generose dimensioni, senz'altro più nitido e brillante di quanto possa ricordare con molte 6x6 e 6x7 utilizzate in passato.

Il tutto sembra relativamente complesso da dirsi, ma all'atto pratico, una volta innestato un vecchio obiettivo sulla NEX, si mette a fuoco in un attimo e si scatta senza problemi. Come con le ottiche originali AF, si hanno dei problemi solo in piena luce col sole che cade sul monitor.

Uno splendido risultato dello Zeiss 35/1.4 per Contax. La resa della luce è fantastica! Qui la foto di maggiori dimensioni

Ma ne vale la pena?
Potrei dire che un vecchio obiettivo fisso di gran pregio valga sempre la pena di essere adoperato grazie alle sue altissime doti di plasticità, tridimensionalità, resa cromatica e correzione dalle aberrazioni, ma le cose non stanno così. Quanto ho detto è vero - uno zoom da 200 Euro non ha assolutamente la correzione di un'ottica fissa che costava milioni di lire - ma la resa generale (giusto per restare in argomento) del 18-55 Sony è davvero notevole e regge i colpi delle ottiche più blasonate. Dove crolla il 18-55 rispetto alle ottiche Contax-Zeiss in mio possesso? Sulle aberrazioni cromatiche e sulla distorsione, difetti non sempre evidenti, e comunque correggibili con un paio di click di un programma di fotoritocco. Però, trattandosi di ottiche Zeiss, per giunta fisse, entra in campo l'eccellente trattamento antiriflesso che non può essere eguagliato da uno zoom Sony da 200 Euro; anche se ci si potrebbe chiedere quante volte si fotografa in condizioni di luce così critiche, e soprattutto quanti ancora si sconvolgono di fronte ad un po' di flare che, anzi, spesso viene aggiunto con Photoshop. L'ultima tendenza stilistica, a dirla tutta, sembra quella di peggiorare la resa delle ottiche aggiungendo grana, vignettatura, riflessi e contrasto.

Altro punto a sfavore: il fattore di moltiplicazione. Se da una parte mi poteva far piacere recuperare il mio 18mm Zeiss sulla NEX, all'atto pratico diventa un 28mm esattamente come la focale più corta dello zoom 18-55 standard. Allora perché adoperarlo? "Perché è un fantastico Zeiss!" - direte voi - e la cosa è in parte così. Le immagini ottenute col 18mm sono calde, avvolgenti, prive di distorsione e con un ottimo trattamento antiriflesso ma, a piena risoluzione, mostrano chiaramente una definizione inferiore a quella dello zoom: le vecchie focali supergrandangolari erano troppo critiche per offrire grandi numeri di risolvenza e bastava che questa fosse sufficiente per la risoluzione della pellicola; ma per i sensori attuali ne serve di più. Dopo un po' di prove ho appurato che le uniche ottiche che davvero vale la pena di adoperare sono gli F/1.4: la ridottissima profondità di campo e il gradevolissimo sfocato sono ineguagliabili da qualsiasi zoom attuale o software di fotoritocco. Oltretutto la risolvenza delle ottiche 35, 50 e 85mm F/1.4 non ha nulla da invidiare a quella dei moderni zoom; tutt'altro. Col 35/1.4 e l'85/1.4 ho scattato foto bellissime che traggono il massimo giovamento dalle prestazioni del sensore della NEX: l'unico difetto, se difetto lo si può considerare, è che sono davvero grandi e pesanti rispetto al corpo, però il tutto si impugna ed utilizza senza problemi.

Ancora lo Zeiss 35/1.4. Qui la foto di maggiori dimensioni

Conclusioni.
Giocare con le vecchie ottiche è un discorso ed un'esperienza sempre piacevole, ma se lo si fa per ottenere una marcia in più, non tutte le ottiche che ricordavamo come eccellenti lo sono sulla NEX (un po' per colpa del sensore al posto della pellicola e per come arrivano i raggi luminosi sul diverso supporto, un po' per il fattore di moltiplicazione). Senz'altro vale la pena recuperare le ottiche molto luminose mentre, a mio avviso, non ne vale la pena con le ottiche grandangolari di luminosità media. Chi ama i superteleobiettivi può sbizzarrirsi (il mio 180/2.8 Zeiss era diventato un fantastico 270/2.8, purtroppo non stabilizzato), ma comunque, per una decina di Euro, perché non provarci?

Rino Giardiello © 10/2011
Riproduzione Riservata

A sinistra, il Planar 85/1.4 a tutta apertura ci regala un'immagine delicatissima ed uno sfocato inconfondibile. Purtroppo la focale diventa a mio avviso troppo lunga per l'utilizzo che ne ho sempre fatto, ma in compenso un (quasi)135mm F/1.4 è una focale da record!

In basso, un confronto particolarmente cattivo. In una situazione di quasi controluce, abbiamo messo a confronto lo Zeiss Planar 50/1.4 del sistema Contax/Yashica con lo zoom standard della NEX - il Sony 18-55 - alla stessa lunghezza focale e, con una certa approssimazione, alla stessa apertura relativa (basandoci sia sui valori nominali che sui tempi di scatto mostrati sul monitor della NEX). Il piccolo ed economico zoom standard della Sony ha confermato la sua buona resa generale ed una notevole nitidezza, ma il Planar vince per la pulizia cristallina dell'insieme anche nei dettagli più minuti. Nell'ingrandimento del limone al 50% è possibile apprezzare il notevole "effetto realtà" di quest'ottica il cui schema fa parte della Storia della Fotografia.