SMC PENTAX FA* 85mm F/1.4 IF E SMC PENTAX FA 77mm F/1.8 LIMITED
Due pregiati mediotele di casa Pentax messi a confronto
Dario Bonazza, agosto 2004

Parlare di qualità degli obiettivi è una discussione infinita, dato che sono tanti gli aspetti che influenzano le prestazioni ottiche e la loro percezione da parte dei fotografi. Questo è dovuto non solo alle molte e a volte difficilmente conciliabili qualità che ci si aspetta da un buon obiettivo e al modo con cui si combinano per produrre la qualità complessiva dell'immagine, ma anche dalla diversa importanza che diversi fotografi possono dare ai vari aspetti in base al tipo di impiego ed ai gusti personali.

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Schemi ottici a confronto.

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La foto del test. Il dettaglio del faro, quasi invisibile nella piccola jpeg pubblicata, è sotto la lettera "F".

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85mm, dettaglio del faro.

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77mm, dettaglio del faro.

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85mm, dettaglio del primo piano.

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77mm, dettaglio del primo piano.

Inoltre le prestazioni possono variare anche fra diversi esemplari dello stesso obiettivo, in conseguenza di tolleranze di produzione e possibili sollecitazioni meccaniche a cui ogni obiettivo può andare soggetto una volta uscito dalla linea di produzione. Per tutte queste ragioni, credo che né i test né le opinioni altrui, per quanto autorevoli, siano definitivi. Alla fine, l'opinione personale è l'unica che conta veramente per un dato obiettivo.

Abbiamo provato due diversi SMC Pentax-FA* 85mm f/1,4 IF (n° 3012885 e n° 3724312) e l'SMC Pentax-FA 77mm f/1,8 Limited n° 0000327. Le diapositive sono state scattate su pellicole Fujichrome Velvia 50 ISO e Kodak Ektachrome Elite 100 ISO e digitalizzate con attrezzatura professionale per mantenere integra la qualità dell'immagine originale. Per ulteriori dettagli sulla procedura di prova potete leggerne su Spotmatic n° 23 a pagina 9. Anticipando qualche conclusione, si può dire che l'85mm FA* ha riconfermato di essere l'eccellente obiettivo che conoscevamo, ma anche il 77mm non è così malvagio. Tutto sommato, le cose sono però molto più complicate di quanto ci aspettassimo, coinvolgendo anche le prestazioni dell'autofocus ed alcune strane proprietà ottiche dell'85mm FA*, tali da spiegare gli scarsi risultati che si possono ottenere se non si effettua una messa a fuoco accurata. Occorre quindi spiegare a fondo le prove fatte e le conclusioni che se ne possono trarre.

Primi scatti: problema di messa a fuoco e possibile spiegazione
Le nostre prime foto di prova sono state scattate con la Pentax MZ-S, per via della comoda possibilità di imprimere i dati sulla pellicola. Questo per essere totalmente certi di non mischiare le diapositive. Come soggetto abbiamo scelto il faro di Cervia (RA). Tutte le foto sono state eseguite con la fotocamera montata su un robusto treppiede e scattando con lo specchio sollevato e autoscatto con ritardo di 2 secondi per annullare possibili vibrazioni. Ho impostato la lettura AF spot sul sensore superiore centrale, per essere certo che tutti gli obiettivi fossero messi a fuoco automaticamente alla stessa maniera e sullo stesso soggetto. Ogni obiettivo è stato preventivamente "sfuocato" a mano a breve distanza e poi messo a fuoco automaticamente tramite il suddetto sensore AF.
Va notato che, come gran parte dei teleobiettivi, tanto il 77mm Limited che l'85mm FA* possono essere messi a fuoco "oltre l'infinito", per cui per ottenere una corretta messa a fuoco all'infinito non si può mettere a fine corsa il barilotto. Questo per via del significativo spostamento del fuoco nel caso di variazioni di temperatura, fatto che i progettisti non possono ignorare e che risolvono dotando gli obiettivi di questa possibilità di escursione aggiuntiva.

Con grande sorpresa e disappunto, esaminando le diapositive del faro, entrambi gli 85mm mostravano una resa piuttosto scarsa, col 77mm che li batteva ampiamente. Continuando nell'esame, si è visto che i dettagli in primo piano erano invece molto migliori nelle foto con l'85mm. Risulta evidente che il 77mm è stato messo a fuoco su un piano molto più distante, e più giusto in base al soggetto, rispetto agli obiettivi da 85mm. Risultati simili sono stati ottenuti in alcune foto di still life da una distanza di circa un metro. Come prima ipotesi si potrebbe pensare ad un difetto della mia MZ-S, ma se così fosse il problema dovrebbe presentarsi con tutti gli obiettivi. Va anche considerato che la MZ-S si distingue dalle altre reflex AF Pentax per la prontezza nel trovare il fuoco e in generale per una minore incertezza nel corso dell'operazione. Questo è considerato un bel vantaggio, ma oltre ad un motore più potente e a sensori più evoluti, probabilmente viene utilizzata anche una differente logica di funzionamento. Può darsi che invece di cercare il fuoco migliore con successive approssimazioni (passando magari più volte davanti e dietro il piano focale), la fotocamera fermi la messa a fuoco una volta raggiunto al primo tentativo un contrasto "accettabile". Nella maggior parte dei casi questo può essere soddisfacente, ma forse nel caso di un buon obiettivo in una giornata molto limpida un contrasto accettabile può non essere indicativo di perfetta messa a fuoco. E' solo un'ipotesi, suffragata però dall'impressione che provando a cercare l'infinito partendo da oltre l'infinito si ottengano risultati più soddisfacenti anche con l'85mm, anche se non ancora perfetti. Se può consolare, da alcuni commenti nel gruppo di discussione Pentax ho scoperto che tale comportamento non è esclusivo della logica dell'autofocus Pentax, dato che sono state segnalate esperienze personali analoghe anche con modelli top di altri fabbricanti leader di mercato; pare quindi che si tratti di una scelta di progetto e di un limite delle attuali tecnologie autofocus. Probabilmente, una profondità di campo convenzionale, che si estenda cioè tanto davanti che dietro al soggetto, può tipicamente nascondere questa approssimazione nella messa a fuoco. Tuttavia, Paal Jensen del gruppo di discussione mi aveva segnalato che l'85mm FA* ha una caratteristica peculiare, generata dal progetto ottico non convenzionale con sistema di messa a fuoco interna. A differenza degli obiettivi più comuni, pare che la sua profondità di campo si estenda solo dal punto di messa a fuoco in direzione della fotocamera. E' anche possibile che l'85mm FA* sia ottimizzato per una messa a fuoco compresa fra le brevi e le medie distanze piuttosto che per l'infinito. Mi risultano esistere altri obiettivi dal comportamento simile tra i macro, le ottiche da ritratto e certi obiettivi anche di uso generale per fotocamere a telemetro. Può una combinazione tra messa a fuoco approssimativa e concetto ottico poco ortodosso spiegare un soggetto all'infinito così sfuocato come si vede nelle nostre diapositive? In ogni caso non ho trovato una spiegazione migliore.
Comunque non ritengo di aver trovato un obiettivo scarso, come sentenziato da certi partecipanti al gruppo di discussione, quanto piuttosto una insoddisfacente messa a fuoco di un obiettivo esigente. Arnold Stark, un membro tanto del gruppo di discussione che del nostro club, mi aveva messo in guardia su quanto possa essere critica la messa a fuoco nel paragonare diversi obiettivi, e questa esperienza dimostra chiaramente che ha ragione. In questo caso la combinazione di un particolare obiettivo con un particolare software AF ha dato un risultato insoddisfacente, per cui ho deciso di cambiare metodo di messa a fuoco. Continuando ad impiegare la mia MZ-S, ho messo a fuoco gli obiettivi a mano verificando l'immagine sullo schermo smerigliato con l'ulteriore ausilio di un mirino angolare Pentax Refconverter-M con ingrandimento 2X. In questo modo i risultati sono stati totalmente differenti, e l'85mm è ritornato ad essere quello splendido obiettivo che già conoscevamo.

Secondo tentativo: il grande obiettivo colpisce ancora
Ho messo a fuoco manualmente un tetto distante un centinaio di metri. Paragonando i dettagli fini si vede che l'85mm FA* batte il 77mm ai rispettivi valori di apertura massima. Naturalmente, chiudendo l'85mm ad f/2, la differenza a suo favore aumenta.
In pratica, il 77mm Limited ad f/2,8 equivale all'85mm ad f/1,4. Ad f/4, il 77mm Limited quasi eguaglia l'85mm ad f/2, mentre ovviamente l'85mm ad f/4 è molto migliore.
Ad f/5,6, il 77mm migliora notevolmente, raggiungendo quasi le prestazioni dell'85mm alla stessa apertura. Passando ad f/8 si ottengono miglioramenti lievi con entrambe le ottiche, che rimangono sostanzialmente equivalenti. Ancora prestazioni analoghe per i due obiettivi al diaframma 11, un po' peggiore rispetto ad f/5,6 ed f/8.
Esaminando il secondo gruppo di ingrandimenti in cui il soggetto si trova un po' più vicino alla fotocamera (circa 60m invece di 100m) e un po' più lontano dal centro del fotogramma, i commenti rimangono praticamente gli stessi della precedente serie di particolari, per cui non c'è dubbio che l'85mm vinca bene il confronto.

Paragone tra MF e AF
Mettendo a fuoco automaticamente ed impostando l'apertura ad f/4 in entrambi gli obiettivi, può valer la pena far notare come l'85mm dia un risultato analogo a quello ottenuto con messa a fuoco manuale ad f/1,4, mentre il 77mm si comporta in maniera intermedia fra quanto visto ad f/1,8 e ad f/2,8 nella messa a fuoco manuale. Questa potrebbe essere interpretata come ulteriore conferma dell'importanza dell'accurata messa a fuoco dell'85mm, dato che passando da AF a MF in pratica si guadagnano in qualità ben tre stop, mentre il 77mm si ferma a 1,5 stop (che comunque non è poco).

Altri commenti sono possibili osservando le zone che dovrebbero essere sfuocate
Tenete presente che con la messa a fuoco manuale sul soggetto distante queste aree sono ampiamente fuori fuoco. Al contrario, questo primo piano risulta molto meno confuso operando in AF, a conferma che con l'autofocus si può ottenere una messa a fuoco più ravvicinata di quanto desiderato. Per questo motivo il dettaglio nell'area in primo piano della foto scattata in autofocus supera la sua controparte messa a fuoco manualmente. Va tuttavia notato che nel caso di autofocus il 77mm Limited supera evidentemente l'85mm FA*, soprattutto nel primissimo piano e al contrario di quanto notato nelle immagini precedenti.
Come si può interpretare ciò? Forse il 77mm dispone di maggiore profondità di campo e/o di migliore uniformità di resa fra centro e bordi (maggiore planarità del campo?). Dopo tutto quella dell'uniformità di resa sull'intero campo è la caratteristica distintiva degli obiettivi Limited.

Conclusioni
Fra f/5,6 e f/11 entrambi gli obiettivi vanno benissimo. La compattezza e il progetto ottico convenzionale del 77mm Limited lo rendono sicuramente preferibile per foto di viaggio e utilizzo spensierato in autofocus. Per ottenere il meglio alle aperture più spinte invece l'85mm FA* rimane insuperato. Tuttavia va tenuta presente la necessità di una messa a fuoco accurata, per cui se si utilizzano fotocamere autofocus capita di ottenere risultati migliori col 77mm Limited. Mettendo a fuoco con precisione su fotocamere a messa a fuoco manuale ben tarate non si avranno problemi di messa a fuoco con nessuno dei due obiettivi.

Dario Bonazza © 08/2004
Riproduzione Riservata

Prove: Dario Bonazza, Carlo Lastrucci (06/2004)
Adattamento di Nadir dell'articolo pubblicato sulla rivista "Spotmatic" n° 36 - Aprile 2003