PENTAX 67

OLTRE CUBI E QUADRATI
Posseggo la Pentax 67 da ormai una quindicina d'anni, anzi, per essere preciso ho la Pentax 6x7 dato che solo da qualche anno il nome è stato modificato da "6x7" a "67". È una lunga e duratura storia d'amore nata da una scelta per molti controcorrente (ma l'ho fatta senza pormela come obiettivo) dettata da alcune esigenze ben precise: medio formato rettangolare da tagliare il meno possibile in fase di stampa, formato intermedio tra il 24x36 ed il banco ottico ed estrema maneggevolezza. Per me è stato anche il proseguimento di una abitudine, cioè la forma di grossa reflex 35mm già sperimentata con la gloriosa Pentacon Six. Oggi la Pentax 67 è diventata ancora più interessante (l'ultimo modello è dotato di automatismo a priorità di diaframmi, lettura spot, semispot ed a matrice, un mirino molto più luminoso e varie migliorie), ma poiché il modello in mio possesso è il "vecchio" 6x7, questo articolo è riferito unicamente ad esso. Le reflex medio formato si dividono in due categorie fondamentali, diverse sia nella forma che nella sostanza (escludo ovviamente da queste considerazioni le reflex biottica):

1) apparecchi a forma di reflex 35mm con la visione all'altezza dell'occhio mediante un tradizionale pentaprisma, leva di carica e pulsante di scatto sulla parte superiore destra, dorso apribile a cerniera proprio come una reflex 35mm un po' troppo cresciuta.

2) apparecchi a forma di cubo, caratterizzati da una costruzione modulare: su un lato del cubo si monta l'obiettivo, sul lato opposto un magazzino portapellicola e, sopra, un sistema di visione a pozzetto o pentaprisma.

La Pentax 67 appartiene alla prima categoria con tutti i pregi e difetti che comporta. Il pregio fondamentale di questo tipo di reflex è che può essere impiegata a mano libera come una qualsiasi reflex 35mm, ma con l'handicap di non poter cambiare i dorsi portapellicola. Per me questo non costituisce un grande limite e ne apprezzo molto la versatilità lavorando in esterni a mano libera.

Altro pregio/difetto è l'otturatore a tendina in stoffa a scorrimento orizzontale anziché centrale come nelle reflex a cubo. La limitazione principale è quella del tempo massimo di sincronizzazione del flash pari ad 1/30 di secondo (poco per usarlo in piena luce come lampo di schiarita), il pregio è quello di rendere più semplici, leggeri ed economici gli obiettivi e di poter utilizzare qualsiasi accessorio senza le complicazioni di doverlo dotare di un otturatore. La soluzione per chi ha un disperato bisogno di un sincroflash elevato è quella di utilizzare gli speciali obiettivi 90/2.8 e 165/4 dotati di otturatore centrale incorporato grazie ai quali si può sincronizzare il flash con tutti i tempi di otturazione (fino ad 1/500 di secondo). L'otturatore della Pentax 67 è a controllo elettronico, silenzioso ed esente da vibrazioni (il cla-clac è solo dello specchio e basta sollevarlo se si lavora con tempi molto lenti) alimentato da una piccola batteria da 6 volts senza la quale smette di funzionare.

I comandi sono tutti a portata di mano e consentono un uso veloce della Pentax 67 che tutto sommato non è neanche troppo pesante (oggi molte ammiraglie come la Nikon F5 pesano ed ingombrano quasi lo stesso). Il corpo è tutto in metallo verniciato nero, robusto, rifinito e ben costruito. La ghiera dei tempi è sulla sinistra dell'apparecchio con una scelta "stile Contax". Il mirino non è molto luminoso ma è ben contrastato e permette una agevole messa a fuoco anche a chi, come me, è molto miope e porta gli occhiali. Usando il pozzetto, mostra il 100% dell'area inquadrata e gli schermi sono intercambiabili (ma il cambio può essere fatto solo presso i laboratori specializzati).

Ai lati del bocchettone porta ottiche vi sono le due prese flash (elettronico e/o a lampada), il pulsante di sblocco dell'obiettivo ed un comando per il sollevamento manuale dello specchio, molto utile per prevenire le vibrazioni quando si utilizzano tempi di scatto lunghi.La Pentax è già predisposta per l'utilizzo di rulli formato 220 (20 pose) oltre che 120 (10 pose) senza dover acquistare alcun accessorio supplementare.

PERCHE' AMO IL FORMATO 6x7

Come ho accennato all'inizio, il 6x7 rappresenta per me il "ponte" tra la reflex 24x36 ed il banco ottico (lastre 10x12,7cm). Lavoro essenzialmente per l'editoria e la pubblicità e sia i libri che i manifesti sono rettangolari. La Pentax mi permette di utilizzare al massimo il fotogramma rispetto al 6x6 con la conseguente minore perdita qualitativa. Trovo comodo ed istintivo il passaggio dalla Contax alla Pentax ed il non dover cambiare modo di fotografare passando dal 35mm al formato superiore: anche le mani eseguono le stesse operazioni e continuo a lavorare a mano libera con la stessa facilità e velocità (indispensabile per un certo tipo di foto). Con gli apparecchi "a cubo", invece, non riesco a farlo e le mie foto diventavano immediatamente più statiche e costruite. Le ottiche Pentax sono molto buone e le foto scattate con esse si inseriscono bene come resa cromatica tra quelle realizzate con il resto del mio corredo (Contax per il piccolo formato, Rodenstock per il grande). Anche il trattamento antiriflessi è ottimo il che significa non avere problemi nel fotografare in controluce o con luci difficili (sono quelle che preferisco).

PREGI: maneggevolezza, facilità d'uso, buoni obiettivi, prezzo contenuto.

DIFETTI: sincroflash limitato ad 1/30 e impossibilità di sostituire il dorso.

Rino Giardiello © 1999


GLI OBIETTIVI PER LA PENTAX 6x7

SMC Fish-eye 67 35mm f/4,5
SMC 45mm f/4
SMC 55mm f/4
SMC 75mm f/4,5
SMC 90mm f/2,8
SMC LS 90mm f/2,8
SMC 105mm f/2,4
SMC 165mm f/2,8
SMC LS 165mm f/4
SMC 200mm f/4
SMC 300mm f/4
SMC 400mm f/4 ED-IF
SMC 500mm f/5,6
SMC 600mm f/4
SMC 800mm f/4
SMC Reflex 1000mm f/8
SMC Macro 135mm f/4
SMC Shift 67 75mm f/4,5

Gli obiettivi con la sigla LS sono quelli dotati di otturatore centrale (lens shutter). SMC invece significa Super Multi Coated ed è riferito all'ottimo trattamento antiriflessi Pentax.

Altri accessori disponibili: soffietto macro automatico, tubo di prolunga elicoidale (è dotato di un proprio elicoide di messa a fuoco), tubi di prolunga automatici.