OLYMPUS OM-10:
piccola, intelligente, affidabile
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In breve
In un'epoca di fotocamere manuali, la Olympus OM-10, destinata ai fotoamatori meno esigenti, era intelligentemente solo automatica a priorità di diaframmi, come la Contax 137. Questa scelta coraggiosa non fu premiata dal mercato di massa degli anni '80, forse un po' "schizzinoso", e, così come dopo la Contax 137 MD arrivò la 137 MA, la Olympus si inventò un accessorio, il Manual Adapter, che aggiungeva la regolazione dei tempi tramite un piccolo e sgraziato componente che si applicava sul davanti della scocca. Come rendere poco pratica una reflex intelligente, veloce e funzionale!
Per il resto era una fotocamera all'avanguardia: misurazione TTL della luce flash (solo le Contax l'avevano; la Pentax LX arrivò dopo, ed in casa Nikon si deve aspettare ancora qualche anno), mirino molto luminoso (per l'epoca, ovviamente: oggi è buio pesto), peraltro corredato di avveniristici LED anziché del consueto ago dell'esposimetro.
Funzionalità e comandi
Come già detto, la Olympus OM-10 era una fotocamera che mirava ad un'utenza meno evoluta rispetto alle OM-1N ed OM-2N, essendo anche totalmente automatizzata e dotata di esposizione a priorità dei diaframmi. Le differenze con le sorelle maggiori non si limitano alle funzionalità (per esempio la non sostituibilità dello schermo di messa a fuoco), ma coinvolgono anche l'aspetto esteriore: il design è infatti del tutto nuovo, ed anzi la fotocamera sembra più grande delle sorelle maggiori. Osservandola bene però ci si rende conto che questa impressione deriva principalmente dalle generose dimensioni del pentaprisma e del vano dove risiede lo specchio. Va detto però che l'otturatore in tela ed il meccanismo di blocco dello specchio sono identici a quelli delle OM-1N ed OM-2N.
La OM-10 veniva venduta ad un prezzo decisamente più contenuto rispetto a quello delle sorelle maggiori, ed esisteva anche in versione con dorso data (OM-10 Quartz). Al tempo era una delle reflex più economiche della sua categoria.
La dotazione della piccola Olympus è abbastanza completa e priva di fronzoli. L'esposizione avviene leggendo la luce su tutta l'area del fotogramma. Va detto che la OM-10 non funziona senza alimentazione, ma per fortuna il consumo delle batterie è molto ridotto, grazie anche ad una ingegnosa soluzione: sfiorando il pulsante di scatto, nel mirino si accendono dei LED che dopo circa un minuto e mezzo si spengono, lasciando però attivo l'esposimetro. Per riaccenderli è sufficiente esercitare una piccola pressione col dito sul pulsante di scatto, che è contornato da una piccola ghiera preposta per l'appunto a "rivitalizzare" i LED. I 90 secondi sono un tempo più che sufficiente per comporre l'immagine, mettere a fuoco e decidere l'esposizione. Bisogna dire che non è necessario impostare su "ON" la fotocamera: l'esposimetro funziona lo stesso, e l'otturatore pure. L'unica differenza è che nel mirino non leggeremo il tempo con cui abbiamo scattato.
La ghiera mediante la quale si imposta la sensibilità della pellicola (che può andare da 25 a 1600 ASA) funge anche da correttore dell'esposizione, con una portata di tre diaframmi in più o in meno (ne vengono indicati due, il terzo lo si ottiene impostando la ghiera sul segno + o -). In sostanza, alterando la sensibilità della pellicola si inganna l'esposimetro e quindi si varia l'esposizione suggerita. Lo svantaggio è che se si lascia la fotocamera inutilizzata per un po' di tempo, può capitare di dimenticarsi la sensibilità reale della pellicola, visto che con la variazione dell'esposizione attivata la ghiera indicherà una sensibilità diversa del resto sul dorso non esiste alcun telaino promemoria che possa venirci in soccorso.
Sul pentaprisma c'è una slitta con contatto caldo, da usarsi per i flash dedicati. Manca invece un contatto esterno per flash elettronici. Sulla sinistra dell'obiettivo c'è qualcosa che sembra proprio un innesto per flash, ma in realtà serve per collegarvi il già citato Manual Adapter, che consente di scattare anche in modalità manuale. In pratica si tratta di un commutatore che esclude l'automatismo di esposizione e che offre all'utente un ampio raggio di tempi di scatto da selezionare manualmente. Bisogna dire però che i tempi del Manual Adapter sono assai più precisi di quelli che possiamo leggere nel mirino (il sistema dei led soffre di un'approssimazione di circa mezzo diaframma), quindi se si vuol curare sul serio l'esposizione è consigliabile dotarsi di esposimetro separato. Ma forse, se l'esposizione è davvero una variabile critica, è il caso di lasciar perdere il Manual Adapter e l'esposimetro esterno e di affidarsi ad una fotocamera di tipo diverso e corredata di esposimetro spot.
Per usare il Manual Adapter bisogna impostare la posizione "M" sul selettore della sensibilità. Le altre due posizioni sono "A" (priorità di diaframmi) e "B" (la posa). Se si imposta "M" senza collegare il Manual Adapter, la OM-10 scatta ad 1/45 di secondo.
Da quanto detto si può notare come nello stesso bottone la Olympus abbia concentrato la regolazione della sensibilità della pellicola, la compensazione dell'esposizione e la modalità di funzionamento della fotocamera.
Sempre sul frontale dell'apparecchio c'è un selettore che consente di estrarre la pellicola, non c'è quindi il classico pulsantino sul fondello, tipico della stragrande maggioranza delle fotocamere, soluzione tipica del sistema OM.
Intorno al bottone di riavvolgimento c'è un selettore che serve per l'autoscatto, il test della batteria e l'inserimento del circuito elettrico.
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La distribuzione della sensibilità dell'esposimetro è a lettura centrale, ma asimmetrica dato che la cellula si trova posta lateralmente nell'oculare. Tuttavia questa rilevazione è solo indicativa dato che l'esposizione effettiva viene effettuata in tempo reale direttamente sulla pellicola al momento dello scatto.
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Il mirino contiene tutte le informazioni necessarie e, all'epoca, era da ritenersi luminoso. Oggi è decisamente scarsino rispetto a quello di qualsiasi reflex entry level, comunque più che sufficiente se non abbinato al classico zoom Ciofagon F/3.5-5.6.
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Il piccolo accessorio, il Manual Adapter, che aggiunge la regolazione dei tempi alla OM-10. Un accessorio decisamente scomodo ed abbastanza superfluo vista la filosofia costruttiva della fotocamera, ma all'epoca non c'era niente da fare: le reflex prive della possibilità di controllo manuale dell'esposizione non si vendevano. Fotocamere come la OM-10 e la Contax 137 MD erano troppo in anticipo sui tempi!
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Conclusioni
Il tempo ha confermato la robustezza della serie OM, anche delle più economiche OM-10, che continuano a scattare foto in mano a tanti appassionati, magari come secondo corpo affiancato alla mitica OM-1. Certo è un po' dura consigliare a qualcuno, oggi come oggi, di iniziare a costruire un corredo Olympus. Ma se già si possiede qualche obiettivo, una OM-10 può essere davvero un ottimo acquisto, se in buone condizioni: senza investire grosse cifre ci si mette in condizione di sfruttare un parco ottiche pregiatissimo, quello delle Zuiko, che non hanno nulla da invidiare, anzi molto da insegnare, a molte ottiche ben più blasonate, sia dell'epoca che attualmente in commercio. Cosa, del resto, che gli utenti Olympus sanno benissimo, ma che con la tipica discrezione che li contraddistingue evitano di strombazzare di continuo ai quattro venti preferendo coltivare con silenziosa eleganza la loro passione verso questo glorioso marchio che, purtroppo, appare ormai concentrato quasi esclusivamente sulla fotografia digitale.
Agostino Maiello © 07/2002
Riproduzione Riservata
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Scheda Tecnica
Olympus OM-10 reflex monobiettivo formato 35 mm
OTTURATORE: a controllo elettronico dei tempi, tendine a scorrimento orizzontale con tempi da un secondo a 1/1000 più la posa B. L'adattatore per i tempi manuali (manual adapter) consente la selezione manuale dei tempi di otturazione da un secondo a 1/1000 dl secondo. Sincronizzazione X attraverso la slitta con contatto caldo.
MIRINO: mirino pentaprisma fisso con schermo di messa a fuoco smerigliato con telemetro ad immagine spezzata e corona di microprismi.
ALTRE CARATTERISTICHE: cellula al silicio blu posta all'interno dell'apparecchio sotto lo specchio che misura la luce riflessa dalla prima tendina dell'otturatore e/o dalla superficie del film con misurazione media o integrata; misurazione automatica dell'esposizione con priorità dei diaframmi (l'apprecchio seleziona il tempo di scatto in funzione dell'apertura del diaframma); indicazione a led dei tempi nel mirino: i tempi sono indicati prima dello scatto grazie a una cellula al CdS che misura la luce direttamente sullo schermo di messa a fuoco. Regolazione Asa da 12 a 1600; correttore manuale dell'esposizione tra ±3 diaframmi, test batteria sonoro. Autoscatto con indicatore sonoro. Slitta porta accessori con contatto caldo e contatti per flash dedicato. Predisposizione per l'uso dell'auto winder.
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