LA LUNGA CORSA VERSO LA FOTOGRAFIA DI QUALITÀ: FORMATI A CONFRONTO
Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H sul campo
Rino Giardiello, febbraio 2018

Una volta, per migliorare la qualità delle proprie foto, intendo quella puramente tecnica e non legata alla bravura del fotografo, non c’era altro da fare: comprare ottimi obiettivi, scegliere pellicole migliori e di bassa sensibilità, passare ad un formato di ripresa superiore. Quest’ultimo passo non era sempre indispensabile, ma di sicuro per le foto di architettura, paesaggio e still life pubblicitari, salire di formato era praticamente obbligatorio.

Ricordo bene quando, ai tempi della pellicola, si passavano le giornate a confrontare le foto esaminandole con il lentino poggiato sulla stampa ma, dopo aver passato al vaglio le stampe ottenute da negativi 35mm, si notasse un salto di qualità arrivando alle stampe ottenute da negativi di medio formato. C’era poco da usare il lentino, erano le dimensioni del negativo a giocare subito un ruolo fondamentale per nitidezza e pulizia dell’immagine. Poi, dopo lo splendido impatto iniziale, magari si scopriva che l’ottica adoperata era solo mediocre e che i bordi contenevano meno informazioni del piccolo formato, ma l’impressione generale era comunque di maggiore qualità. Se poi si passava al Grande Formato, c’era ben poco da discutere, solo restare in muta ammirazione. A parità di dimensioni di stampa, il negativo veniva ingrandito di meno, si vedeva meno grana e c’era maggiore nitidezza apparente, anche quando l’obiettivo aveva una definizione appena passabile. Inutile dire che, unendo il grande o il medio formato ad ottiche di elevata qualità e sviluppo e stampa a regola d’arte, i risultati erano fantastici (e lo sono ancora per chi continua a fotografare in analogico). Un vecchio articolo in cui mettevamo a confronto diversi formati di ripresa a pellicola, è qui.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H

Grazie agli amici Paolo Iammarrone e Luciano D'Angelo per aver contribuito alla realizzazione di questo articolo. E' possibile ingrandire tutte le foto cliccandoci sopra.

Ma col digitale?
In teoria, non sarebbe cambiato nulla: aumentando le dimensioni del sensore, a parità di dimensioni di stampa occorre ingrandire di meno l’immagine, quindi meno rumore e maggiore nitidezza, reale o apparente che sia, ma con il digitale questi confronti sono ben più complessi. Mentre prima era possibile farli utilizzando la stessa pellicola, oggi i sensori sono diversi, hanno risoluzioni diverse ed il tutto è gestito da processori e firmware diversi. Fare un confronto perfetto è impossibile, vuoi anche per il diverso rapporto tra i lati del fotogramma, e ci sarebbe sempre un motivo per rendere i risultati non validi o contestabili e non è lo scopo di questo articolo. Per tastare il polso alla situazione attuale, non fosse altro che per vedere cosa accade fotografando nel mondo reale e non mire ottiche in studio, ho voluto fare qualche prova sul campo con tutti i limiti del caso e, anche se ho adoperato determinate fotocamere, non è assolutamente un confronto tra quei modelli, ma di formati.

Foto Nikon D850 Valle Tirino

Una bella foto scattata da Paolo Iammarrone con la Nikon D850 ed il nuovo Nikon 28/1.4. Salvo per la resa un po' più fredda della D850 rispetto all'Hasselblad, la nitidezza viaggia su pari livelli e, anche al 100% su un buon monitor, è difficile vedere differenze.

Per il confronto mi servivano, quindi, una fotocamera digitale di medio formato (come l’Hasselblad X1D, la Fuji GFX 50S e la Pentax 645Z) ed una full frame di ultima generazione (come la Nikon D850 e la Sony A7R III).

Purtroppo, l’attuale medio formato digitale (Hasselblad X1D, Fuji GFX 50S e Pentax 645Z) è meno lontano dal Full Frame di quanto lo fosse una fotocamera 4.5x6 o 6x7 rispetto al 24x36. Passando dai 24x36mm di una qualsiasi Full Frame ai 32.9x43.8mm di una moderna medio formato come l’Hasselblad X1D o la Fuji GFX 50S, il salto c’è, ma è simile a quello tra APS-C e Full Frame (vedi articolo "Dimensioni sensori" ed il sottostante disegno in scala). Non disprezzabile, sia ben chiaro, ma ne vale la pena? E' quanto verificheremo nel corso di questo articolo.

Le dimensioni dei sensori in scala dall'APS-C al medio formato

Come si può vedere dal disegno in scala, le dimensioni del medio formato digitale sono un po' maggiori di quelle del Full Frame e decisamente inferiori a quelle del medio formato per eccellenza, il 6x6. Neanche stare a discutere degli altri medio formato molto diffusi come 6x7 e 6x9 cm!

In ogni caso, dimensioni maggiori garantiscono sempre prestazioni migliori, almeno a livello teorico, ed i 50Mpx dell’Hasselblad X1D, comparati ai 45.7Mpx della Nikon D850, possono vantare comunque una risoluzione maggiore su una superficie più ampia. Pixel più grandi significano meno rumore alle alte sensibilità, maggiore gamma dinamica e migliore qualità dell’immagine, ovviamente a prescindere dall’obiettivo. La distanza tra il centro di un pixel dell’Hasselblad dal centro del pixel adiacente (“Pixel pitch”) è di 5.3µm contro i 4.35µm della Nikon D850 (ovviamente queste considerazioni valgono, con differenze minime, anche per la Sony A7R III). La gamma dinamica della D850 è di 14.8 EV, esattamente la stessa della X1D, ma paga pegno alle alte sensibilità dove, nonostante le prestazioni eccellenti da noi rilevate durante il test, la X1D riesce a fare leggermente di meglio. Profondità di colore 26.2 bit contro 26.4. Andando a stringere, le differenze sulla carta ci sono, ma non sono poi così elevate e, come vedremo, lo sono ancora di meno nel mondo reale.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850

A sinistra, la foto scattata con l'Hasselblad X1D ed a destra quella scattata con la Nikon D850. Le differenze sono lievi ed è facile arrivare ai risultati desiderati con entrambe le fotocamere. Dei bei RAW ricchi di informazioni! Sotto, le schermate degli ingrandimenti al 100% dopo avere aperto i RAW con ACR (Adobe Camera RAW).

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H

La prova
In una splendida giornata di sole invernale, sono andato nel Parco Nazionale d’Abruzzo dove ho effettuato molti scatti cercando di pareggiare il più possibile le condizioni di scatto e le inquadrature. Ovviamente non era possibile usare ottiche dello stesso produttore vista l’incompatibilità degli innesti e dei formati, quindi le ottiche equivalenti erano per forza di cose diverse anche se ai vertici come qualità nei rispettivi sistemi, ma non sono le ottiche che voglio confrontare altrimenti non se n’esce più. Scattando all’infinito ho eliminato il problema della diversa profondità di campo dovuta alle lunghezze focali diverse per poter inquadrare la medesima scena. In ogni caso, ripeto che il confronto non è per cercare il pelo nell’uovo tra Nikon D850 e Hasselblad X1D ma, in maniera più generale, per vedere le differenze tra medio formato e full frame.

La Nikon D850, come rilevato nel test recentemente pubblicato, è una splendida reflex digitale di ultima generazione. La resa non è diversa da quella dell’altrettanto recente Sony A7R III (i sensori adoperati sono simili ma non gli stessi) e le foto, oltre che molto nitide, sono molto pulite e bilanciate (le differenze sono trascurabili e facilmente risolvibili in fase di sviluppo del RAW).

L’Hasselblad X1D è un piacere da adoperare, leggera ed ergonomica, sembra quasi un giocattolo per facilità d’uso. A me la sua forma a mattoncino, simile a quella della Sigma sd Quattro, piace molto. Le foto scattate con la X1D sono molto belle e bilanciate, coi colori molto gradevoli ed un filo più fedeli e brillanti di quelli della Nikon D850 comunque ottimi. I sensori che troviamo nell’Hasselblad X1D, nella Fuji GFX 50S e nella Pentax 645Z sono gli stessi, realizzati da Sony, quindi le differenze di resa sono da attribuirsi più alla parte software che a quella hardware.

Da segnalare che il rapporto tra i lati delle foto dell’Hasselblad X1D è 3:4 mentre quello della Nikon D850 è 2:3 come per tutte le fotocamere Full Frame e APS-C.

Sigma sd Quattro e Hasselblad X1D a confronto

Incredibilmente simili per forma e dimensioni, l'Hasselblad X1D e la Sigma sd Quattro H (nella foto c'è la sd Quattro "base", ma le due Sigma sono identiche).

Visionando insieme tutte le foto del test con Adobe Bridge per poi aprirle con Adobe Camera RAW, è apprezzabile la bella resa di entrambe le fotocamere sia in RAW che in JPG (tutte le foto del test sono state effettuate in RAW+JPG). Nessuna foto è balzata agli occhi per una brutta resa sin dalle anteprime di generose dimensioni, ma si nota che le foto scattate con l’Hasselblad siano di default un po’ più contrastate e brillanti di quelle scattate con la Nikon D850. Questo, unitamente ad un ottimo bilanciamento del bianco (la Nikon, in questa stessa serie di foto e nelle stesse condizioni di luce, ha una leggera dominante magenta) le rende un po’ più belle, ma - in realtà - si tratta delle ombre un po’ più chiuse, delle luci più aperte e di maggiore vividezza. La Nikon tende ad essere più conservativa e ad offrire all’utente un file con più possibilità di interpretazione, di conseguenza, le immagini sembrano più piatte, ma basta aumentare di poco il contrasto, dare qualche punto di vividezza e perfezionare il bilanciamento del bianco per pareggiare i conti. Il punto che più ci interessa per questo confronto, cioè la quantità di dettagli riprodotti, è praticamente la stessa per il medio formato ed il full frame.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D

In alto, la foto intera scattata con l'Hasselblad X1D. Notare il rapporto 4:3 dei lati. Una foto molto bella (i colori sono quelli giusti) e pronta per essere usata senza interventi in postproduzione mentre la Nikon D850 risulta troppo fredda e tendente al magenta. Molto realistici e fedeli anche i colori della Sigma sd Quattro H con una leggera enfatizzazione dei rossi. Sotto, i dettagli al 100% ottenuti dai RAW: nonostante le lunghezze focali equivalenti molto simili, le diverse risoluzioni ed i diversi rapporti tra i lati portano ad ingrandimenti diversi, ma la sostanza del discorso non cambia anche cercando di pareggiare le immagini (vedi foto successiva) e, ripeto, queste foto servono solo per capire le differenze reali, quelle ben visibili e non da scovare ad ingrandimenti superiori al 100% sul monitor.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H

Hasselblad-Nikon-Sigma

Ulteriori verifiche
I risultati da me rilevati sul campo, non cambiano andando a giocare con il test in studio di DPReview e, confrontando vari crop al 100% della stessa scena, i risultati sono gli stessi. Difficile trovare differenze determinanti tra Nikon D850 e Hasselblad X1D ma, quando ci sono, sono leggermente a favore della fotocamera Full Frame. Poiché, come spiegato all’inizio, il test non è tra Nikon e Hasselblad ma tra medio formato e full frame, nel mondo reale possiamo considerarle davvero equivalenti (aggiungerei “purtroppo” visto che investire in una medio formato dovrebbe portare ad una visibile maggiore qualità come con l’analogico) senza considerare, ovviamente, i costi di gran lunga diversi (con il costo del solo corpo Hasselblad ci si compra il corpo Nikon D850 con diverse ottiche di elevata qualità).

Il terzo incomodo: l’outsider Sigma sd Quattro H
Non era corretto inserire nel test un sensore del tutto diverso come può essere il Foveon rispetto ai Bayer che equipaggiano tutte le fotocamere di cui abbiamo parlato, ma ho voluto farlo ugualmente visto che lo scopo di questo articolo è verificare come ottenere la massima qualità per le nostre foto. Una qualità statica e non dinamica, un po’ come diventavano immediatamente statiche le foto con il medio e grande formato perché, mettendo in campo altri fattori come la velocità operativa, la reattività, la precisione dell’AF e la resa alle alte sensibilità, le cose sono diverse. Il Foveon non ci ha mai delusi nel caso di fotografie di alta qualità a 100 ISO e così è stato, un po’ a sorpresa visti i “pezzi grossi” del confronto, ed anche questa volta le foto, oltre ad essere incredibilmente nitide, brillanti e tridimensionali, riescono a mostrare più dettagli minuscoli nonostante il sensore sia di dimensioni inferiori: la Sigma sd Quattro H del test - già provata qui - ha il sensore formato APS-H che si colloca tra APS-C e Full Frame, una risoluzione di 6200x4152 px (25 Mpx effettivi, 51 Mpx equiv.) e, sulla carta, sembra svantaggiata già in partenza. Confrontando le foto scattate con il Full Frame ed il medio formato non si vedono ulteriori dettagli: è come se fosse la stessa foto interpolata. Un file più grande, ma senza ulteriori informazioni. La foto della Sigma sd Quattro H è più piccola (anche se il peso del file già comincia a farci venire qualche sospetto sulla quantità d’informazioni contenute), ma una volta sviluppata con Sigma Photo Pro, mostra più informazioni, per giunta in maniera più netta e pulita. Questo è il motivo per cui, interpolando il file del Foveon per aumentarne le dimensioni e pareggiarle con quelle delle due fotocamere Bayer del test, la nitidezza continua ad essere pari o superiore. Certo, con una Nikon D850 si può fotografare di tutto, molto velocemente, anche al buio con le alte sensibilità, ma non è questo lo scopo per cui si sceglie una fotocamera con il Foveon. Volendo fotografare paesaggi, architettura e still life, il piccolo sensore a tre strati può offrire una qualità straordinaria ad una frazione del prezzo e non mi riferisco solo alla nitidezza, ma anche alla pienezza dei colori ed al senso di tridimensionalità tipico di questo sensore.

Confronto formati sensori: Sigma sd Quattro H

Un bello scorcio fotografato con la Sigma sd Quattro H. In questo caso, come si può vedere dai crop al 100% sottostanti, la differenza tra Foveon e Bayer è evidente. Piccolo disappunto per il rumore dell'Hasselblad X1D a 100 ISO.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H

Osservando le foto al 100% una affianco all'altra - Hasselblad X1D e Sigma sd Quattro H - viene spontaneo pensare che qualcosa sia andata storta nelle foto dell'Hasselblad e che la messa a fuoco non sia stata perfetta, ma non è così: le foto scattate con l'Hasselblad sono molto belle, assolutamente a fuoco e scattate con l'ottimo obiettivo 45/3.5 (35mm equiv.) diaframmato ad F/8. La differenza di nitidezza con la Sigma sd Quattro H è dovuta all'interpolazione indispensabile per tutti i sensori Bayer. Il Foveon può piacere o non piacere ma, a 100 ISO, la pulizia delle sue immagini ottenute con i pixel disposti a strati come la pellicola e non uno affianco all'altro come nel Bayer, è ben visibile, come anche la ricchezza dei colori senza dover aumentare la saturazione o aggiungere maschera di contrasto.

Confronto formati sensori: Hasselblad X1D, Nikon D850 e Sigma sd Quattro H

Esaminando gli ingrandimenti al 100% della prima foto, la differenza resta la stessa (foto sottostante, cliccare per ingrandirla).

Hasselblad X1D, Nikon D850, Sigma sd Quattro H

Conclusioni
Nella difficile corsa alla qualità, anche se la logica dice “formato maggiore = qualità maggiore”, al momento attuale non vedo nessun motivo per scegliere una medio formato 32.9x43.8mm al posto o insieme ad una buona Full Frame con la complicazione di un prezzo esorbitante, un ridotto parco di ottiche, obiettivi poco luminosi e non stabilizzati. Una medio formato come l’Hasselblad X1D ha senso solo usando un sistema APS-C di qualità per la maggior parte delle situazioni di ripresa (per esempio reportage e matrimoni) ed usando il medio formato per fotografie di paesaggio, architettura ed altri utilizzi professionali (in fondo è la scelta fatta da Fuji per differenziare e distaccare i suoi due sistemi: Fuji è l'unico produttore famoso a non avere una Full Frame in catalogo). In questo caso i due sistemi non sono troppo vicini ed hanno senso di convivere ma, avendo un’ottima fotocamera Full Frame dell’ultima generazione con la quale affrontare tutte le situazioni di ripresa, il salto deve essere per forza ad un formato superiore del “piccolo medio formato digitale” da 32.9x43.8mm che equipaggia Hasselblad X1D, Fuji GFX 50S e Pentax 645Z. Un’ottima soluzione da non sottovalutare per avere foto della massima qualità in situazioni in cui non sono richieste velocità e reattività, sono le fotocamere dotate di sensore Foveon (il modello di punta attualmente in produzione è la Sigma sd Quattro H) il cui prezzo è altamente vantaggioso e, per le foto a 100 ISO, possono sostituire validamente il medio formato 32.9x43.8mm.

Rino Giardiello © 02/2018
Riproduzione Riservata

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Test Sigma sd Quattro H.

Logicamente le differenze tra Full Frame e medio formato, sebbene si tratti del “piccolo medio formato digitale” inventato da Sony più per una questione di marketing che per un vero salto di qualità, non si fermano alla nitidezza e pulizia delle immagini, gli unici fattori che ho voluto prendere in considerazione in questo articolo, necessariamente riduttivo, ma che serve per farsi un’idea di ciò che si può ottenere con le diverse soluzioni. Ottenere la massima qualità è da sempre il desiderio dei fotografi e spesso passa attraverso l’acquisto di corpi ed ottiche eccellenti e costosissimi, ma di sicuro, al momento della stesura di questo articolo, non attraverso un piccolo aumento delle dimensioni del sensore a fronte di un ridotto parco ottiche poco luminose e prezzi esorbitanti. In tal caso, se il prezzo non è un problema, meglio salire al sistema fotografico Phase One che non teme confronti.