MAMIYA 7 II
Prova sul campo della compattona 6x7 dotata di ottiche intercambiabili
Rino Giardiello, ottobre 1999

Innanzitutto intendiamoci: questo non è un test vero e proprio ma potrebbe essere l'equivalente delle "Impressioni di Guida" che si fanno per le automobili.

Il mirino permette di realizzare inquadrature molto precise nonostante sia a telemetro anche se, come al solito in questi casi, occorre una buona dose di fantasia per immaginare le zone a fuoco e quelle no.

Secondo me per giudicare bene una fotocamera (ma questo vale per qualsiasi cosa) occorre provarla per un tempo abbastanza lungo nelle più svariate situazioni. Solo così emergono davvero pregi e difetti oltre alla possibilità di valutare anche eventuali debolezze strutturali (a che serve una splendida fotocamera che si guasta in continuazione o si blocca appena cambia la temperatura?). Non bastano un giretto e qualche rullino!

Ricordo la nascita della Mamiya 6: pensai subito "una fotocamera intelligente, quella che dovrebbe essere preferita dai fotografi di cerimonia al posto delle solite (scomode, rumorose e manuali) reflex a cubo ma anche da chi con l'attrezzatura fotografica ci viaggia o ci va in montagna...".

Non so dirvi se gli utenti abbiano capito la validità dell'IDEA, ma per quanto mi riguarda con gli anni non ho cambiato parere e la Mamiya 6 ha dimostrato di essere un buon prodotto, affidabile e di qualità.

La nascita della sorella maggiore col formato 6x7, invece, mi ha lasciato un po' più perplesso: le dimensioni cominciavano a crescere un po' troppo anche se il peso resta ugualmente ai livelli minimi della categoria. Ho usato a lungo la Mamiya Press Super 23 e ne apprezzavo la silenziosità e la mancanza di vibrazioni grazie all'otturatore centrale (quanto prima faremo un interessante test tra le due generazioni di Mamiya a telemetro) ma nell'insieme era una fotocamera scomoda da usare (soprattutto oggi che siamo "viziati" da automatismi, elettronica ed AF).

Molti fotografi si sono entusiasmati per l'Hasselblad XPan che offre un formato "panorama" 24x65 (75° di angolo di campo col 45mm) e non pensano di poter fare lo stesso, anzi di più, con la Mamiya 7 grazie ad un comodo adattatore per riprese panoramiche con pellicola 35mm (24x65 mm e circa 90° di angolo di campo col 43mm). Il tutto guadagnandosi nel contempo una valida medioformato e risparmiando anche qualche lira (tra l'altro gli obiettivi Mamiya non hanno molto da invidiare ai Fuji che corredano l'Hasselblad).

Cosa c'è di nuovo nella versione "II" della Mamiya 7?

Le caratteristiche e le funzioni sono fondamentalmente quelle del primo modello (giusto delle leggere modifiche al design) con in più le esposizioni multiple, un mirino migliorato e la disponibilità anche del colore champagne tanto di moda (la Mamiya che abbiamo avuto in prova era proprio di questo colore).

Prendo in mano la Mamiya 7 II e resto quasi deluso: tutto qui? La fotocamera è leggerissima e grazie alla possibilità di lavorare in automatismo a priorità di diaframmi oltre che in manuale è comoda e relativamente veloce (magari fosse anche AF e motorizzata!). La visione nel mirino è chiara ed il telemetro permette una accurata messa a fuoco in qualsiasi condizione di luce. Il campo inquadrato si adatta automaticamente all'angolo di campo effettivo delle ottiche 65mm, 80mm e 150mm (per gli altri obiettivi occorre un mirino supplementare da inserire nella slitta portaflash come per le Contax G) ma, al contrario delle Contax G, non si ha un vero adattamento del campo inquadrato: la soluzione è quella delle Leica M, vale a dire che all'interno del mirino (che mostra sempre l'area massima) compaiono delle aree di delimitazione, delle cornicette colorate. Quando si arriva ad usare il 150mm la cosa è estremamente scomoda dato che il campo delimitato dalle cornici è troppo piccolo. Inoltre, adoperando l'automatismo a priorità di diaframmi, non si viene informati sul tempo che la fotocamera sta impostando (si deve andare ad intuito). L'otturatore centrale è silenziosissimo oltre che dolcissimo ed a volte viene il dubbio di non aver scattato...

Tutti i comandi sono a portata di mano e di facile intuibilità senza doversi mettere a studiare il manuale, un po' scomodo il cambio dell'obiettivo dato che non c'è la tendina ad impedire che la pellicola prenda luce ed occorre inserire un volet (un'antina di protezione).

Grazie alla bontà delle ottiche ed alle dimensioni del formato la resa è notevole: pensate che mentre esaminavo le nitidissime stampe 11x13 avevo dimenticato che avevo usato un rullino da 800 ISO e non da 100! Le foto sono quelle pubblicate in questa pagina ma dubito che le "dimensioni web" aiutino a capire la qualità reale...

Rino Giardiello © 10/1999
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La resa esaltante del 43mm F/4.5 (giardino del Click Up).

Grazie al mirino dotato di bolla non è stato difficile evitare le linee cadenti.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Fotocamera 6x7 a telemetro con obiettivi intercambiabili. Formati di ripresa: 6x7cm (56x69,5 mm effettivi) e 35mm Panorama (24x65 mm effettivi). Otturatore: centrale a comando elettronico con tempi da 1/500 di sec. a 4 sec. + B. Flash sincronizzabile con tutti i tempi di otturazione tramite attacco a slitta o cavetto. Esposizione: automatica a priorità dei diaframmi (con blocco memoria) e manuale. Sensore al silicio nel mirino. Campo misurazione: da EV 3 a EV 18, con obiettivo 80mm e pellicola 100 ISO. Sensibilità ISO: da 25 a 1600. Compensazione dell'esposizione: +/-2EV a variazioni di 1/3 EV. Mirino: accoppiato al telemetro per tutti gli obiettivi con delimitatori a richiamo automatico (focali 65mm, 80mm e 150mm), con compensazione automatica della parallasse. Copertura: 83% dei campo inquadrato con messa a fuoco all'infinito. Segnali nel mirino: tramite Led, tempi di otturazione, led rosso pericolo tempo lungo e segnale di sovraesposizione. Dispositivi di blocco: contro le doppie esposizioni; blocco dell'otturatore ad antina mobile chiusa. Alimentazione: 1 pila al litio da 6V (tipo 2CR1). Dimensioni: 159x112x66mm. Peso: 920g solo corpo. Prezzo: Lire 3.500.000 circa.

Importatore e distributore: Mamiya Trading, Via Cesare Pavese 31, 20090 Opera MI, tel. 02 57604435.

GLI OBIETTIVI

43mm f/4,5 - Lenti: 10. Gruppi: 6. Angolo di campo: 92°. Apertura max: 4,5. Apertura min: 22. Focale equivalente al 35mm: 21mm. Distanza minima di messa a fuoco: 1 m. Diametro filtri: 67mm. Paraluce: a baionetta. Dimensioni (lungh. x diam.): 42x72mm. Peso: 390g. Nota: la dotazione comprende un mirino esterno con bolla e correttore diottrico incorporati. Prezzo: L. 4.800.000 circa.

50mm f/4,5 - Lenti: 10. Gruppi: 6. Angolo di campo: 84°. Apertura max: 4,5. Apertura min: 22. Focale equivalente al 35mm: 25mm. Distanza minima di messa a fuoco: 1 m. Diametro filtri: 67mm. Paraluce: a baionetta. Dimensioni (lungh. x diam.): 55x72mm. Peso: 460g. Nota: la dotazione comprende un mirino esterno con bolla e correttore diottrico incorporati. Prezzo: L. 3.800.000 circa.

65mm f/4 - Lenti: 9. Gruppi: 5. Angolo di campo: 69°. Apertura max: 4. Apertura min: 22. Focale equivalente al 35mm: 32mm. Distanza minima di messa a fuoco: 1 m. Diametro filtri: 58mm. Paraluce: a baionetta. Dimensioni (lungh. x diam.): 65x67mm. Peso: 380g. Prezzo: L.3.000.000 circa.

80mm f/4 - Lenti: 6. Gruppi: 4. Angolo di campo: 58°. Apertura max: 4. Apertura min: 22. Focale equivalente al 35mm: 39mm. Distanza minima di messa a fuoco: 1 m. Diametro filtri: 58mm. Paraluce: a baionetta. Dimensioni (lungh. x diam.): 56x67mm. Peso: 290g. Prezzo: L. 2.400.000 circa.

150mm f/4,5 - Lenti: 6. Gruppi: 5. Angolo di campo: 34°. Apertura max: 4,5. Apertura min: 32. Focale equivalente al 35mm: 71mm. Distanza minima di messa a fuoco: 1,8 m. Diametro filtri: 67mm. Paraluce: a baionetta. Dimensioni (lungh. x diam.): 96x70mm. Peso: 520g. Prezzo: L. 3.300.000 circa.

N.B. i prezzi sono del tutto indicativi e sono relativi alla data dell'articolo: 30/10/1999