80 CONTRO 100
Confronto dei due 'normali' Zeiss per Hasselblad
Michele Vacchiano, febbraio 2005

Il classico Planar 80 mm f/2,8 è l'obiettivo "all purpose" che garantisce al fotografo risultati eccellenti in quasi tutte le occasioni di ripresa. Ma chi va alla ricerca della qualità assoluta e della riproduzione fedele dei colori e dei particolari più minuti non può non prendere in considerazione un altro Planar Hasselblad, e cioè il 100 mm f/3,5. In questo articolo cerchiamo di confrontare caratteristiche, pregi e difetti dei due obiettivi.

Come prima cosa, confrontiamo le caratteristiche strutturali e costruttive delle due ottiche.

  80 mm f/2,8 100 mm f/3,5
Focale mm 80,5 100,3
Apertura relativa massima 2,8 3,5
Diaframmi 2,8 - 22 3,5-22
Angolo di campo (diagonale) 52° 42°
Angolo di campo (orizzontale) 38° 30°
Massimo rapporto di riproduzione 1:9,1 1:6,9
Area corrispondente (cm) 50x50 38x38
Fattore di posa (f/stop) 0,3 0,3
Numero di lenti 7 5
Messa a fuoco minima (m) 0,9 0,9
Peso grammi 510 605
Lunghezza mm 65 75
Filtri (baionetta Hasselblad) B60 B60
Prezzo Fowa (Euro, IVA inclusa) 2.544,00 3.573,50

 

Il Planar CFE 80 mm f/2,8.

Il Planar CFi 100 mm f/3,5.

Schema ottico del Planar CFE 80 mm f/2,8 (a destra) e del Planar CFi 100 mm f/3,5 (a sinistra).

Due immagini della"Villa Tesoriera" a Torino, sede della Biblioteca musicale "Andrea Della Corte" e del Centro di documentazione per la danza. Qui sopra: Hasselblad 503 CW con Zeiss Planar 100 mm f/3,5. Pellicola Fuji Velvia 100F.

Questa fotografia è invece stata realizzata applicando all'obiettivo il duplicatore di focale. Hasselblad 503 CW con Zeiss Planar 100 mm f/3,5 e duplicatore di focale Zeiss Mutar 2x. Pellicola Fuji Velvia 100F.

Valle d'Ayas. La Groabhopf (Testa Grigia in lingua walser) fotografata dai pressi di Barmasc, in inverno. Hasselblad 503 CW con Zeiss Planar 100 mm f/3,5. Pellicola Fuji Velvia 100F.

Alla minima distanza di messa a fuoco il Planar 100 mm f/3,5 si comporta egregiamente: la nitidezza e il contrasto sono eccellenti, la distorsione è praticamente nulla. Hasselblad 503 CW con Zeiss Planar 100 mm f/3,5. Pellicola Kodak Technical Pan esposta a 20 ISO.

In alto: stampa del 1704 raffigurante la città di Torino e la sua cittadella fortificata. In basso: particolare ingrandito del cartiglio in alto a sinistra. Anche da vicino il Planar 100 manifesta ottime doti di risolvenza e contrasto. Hasselblad 503 CW con dorso A16 per negativi 4,5x6 cm. Obiettivo Zeiss Planar 100 mm f/3,5. Pellicola Kodak Technical Pan esposta a 20 ISO.

Come si vede, l'80 mm è più leggero, più luminoso (anche se di una frazione di diaframma) e più economico.

Per contro, il 100 mm ha uno schema ottico più semplice, caratteristica che costituisce sempre garanzia di elevata nitidezza. Inoltre, grazie al suo angolo di campo, di 10 gradi più stretto rispetto a quello dell'80 mm, permette un'inquadratura più selezionata. Per molti questo rappresenta un pregio, non soltanto nella fotografia di paesaggio, ma anche per inquadrare la sposa a pieno fotogramma eliminando gli elementi di disturbo che la circondano.

Per quanto riguarda la capacità di ingrandimento, a parità di minima distanza di messa a fuoco (qui indicata tra soggetto e piano focale) il 100 mm produce un maggiore ingrandimento: l'area inquadrata, 38x38 cm, è sufficiente per un ritratto in primissimo piano.

Confrontiamo ora i grafici MTF.

Planar 80 mm f/2,8

Planar 100 mm f/3,5

Come si vede, tanto a tutta apertura quanto a f/8, il Planar 100 mm f/3,5 dimostra una spiccata superiorità, specialmente nella riproduzione delle elevate frequenze spaziali. In effetti, come dichiara la casa costruttrice, questo obiettivo costituisce "il frutto di una progettazione ottica esclusiva mirata alle massime prestazioni e vanta un invidiabile equilibrio tra luminosità e lunghezza focale. La correzione della distorsione, virtualmente perfetta, lo rende ideale per riprese di architettura, riproduzioni e altre applicazioni critiche, così come per la fotografia di documentazione aerea".

Insomma, uno strumento di precisione caratterizzato da prestazioni di elevatissimo livello.

Il confronto

Premettiamo che voler confrontare due oggetti di sì alto lignaggio rischia di tradursi in un puro gioco intellettuale. Sulla diapositiva o sulla stampa finale, a ingrandimenti ragionevoli, non si notano di fatto differenze. Chi lavora esclusivamente per cataloghi o editoria può tranquillamente levarsi ogni preoccupazione: la scansione e la successiva stampa tipografica appiattiranno di fatto qualunque differenza. Il fotografo di moda, pubblicità o cerimonia potrebbe invece essere interessato alla questione, soprattutto se prevede di effettuare stampe di generose dimensioni e di elevata qualità. Lo stesso vale per il fotografo di ambiente (paesaggi naturali o urbani), qualora ritenesse importante poter contare i singoli fili d'erba sulla stampa finale.

Per la prova, abbiamo pensato che non fosse opportuno affiancare semplicemente due immagini, scattate con ciascuno dei due obiettivi: la riduzione per il web avrebbe reso di fatto inutile il confronto. Perciò siamo andati un po' più in là e abbiamo ingrandito una parte della diapositiva originale fino a rendere visibili le differenze. Ci teniamo a precisare che la nostra è stata una prova empirica, non strumentale e affetta da tutte le varianti del caso. Ci è comunque sembrato utile proporla, anche perché l'attività del fotografo - al di là dei grafici e delle formule - si svolge alla fine sul piano pratico.

Queste le immagini di partenza:

Zeiss Planar 80 mm f/2,8

Zeiss Planar 100 mm f/3,5

E questi gli ingrandimenti della zona centrale:

Zeiss Planar 80 mm f/2,8

Zeiss Planar 100 mm f/3,5

Nonostante i limiti (pesanti) della scansione e della conseguente riduzione per il web, le differenze si notano, soprattutto in termini di contrasto, leggermente più brillante nel caso del 100 mm.

Abbiamo anche provato ad utilizzare il Planar 100 mm in unione al duplicatore Zeiss Mutar 2x. Abbiamo così ottenuto una focale di 200 mm, afflitta però da una luminosità ridotta a f/7. Va detto tuttavia che l'immagine sul vetro smerigliato appare ancora luminosa e sufficientemente leggibile, almeno in condizioni di luce ragionevolmente buone, e che l'uso di una pellicola sensibile (400/27° ISO) o di un lampeggiatore di sufficiente potenza consentono tranquillamente di chiudere fino a f/8 (che col duplicatore diventa f/16) o f/11 (che diventa f/22). Per quanto riguarda la qualità delle immagini, ci è sembrata in ogni caso buona, nonostante la fisiologica (ma davvero leggera) perdita di contrasto indotta dal moltiplicatore di focale. Quando si parte da un simile livello di prestazioni c'è ancora un ragguardevole spazio di manovra e la perdita di qualità - seppur presente - non è avvertibile se non a ingrandimenti davvero esasperati.

Le immagini riprodotte nella colonna a lato sono state scattate con il Planar 100 mm f/3,5. Inutile aggiungere che le immagini costituiscono un semplice ornamento del testo e che in nessun modo (date le dimensioni ridotte e la risoluzione web) rendono giustizia alle diapositive o alle stampe originali.

Michele Vacchiano © 02/2005
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