CENTOMILA... LIRE, O ANCHE MENO
Buone prestazioni fotografiche con poca spesa
Agostino Maiello, dicembre 1999

CENTOMILA... lire, o anche meno: tanto costa in media un 50mm luminoso sul mercato dell'usato, un obiettivo sempre valido e dalla qualità sempre indiscutibilmente migliore dei vari zoomettini 38-80 e similari dati a corredo con le reflex di fascia medio bassa.

Non è la sopravvalutazione o la mitizzazione del 50mm, obiettivo tuttofare quindi adatto a tutto ed a volte adatto a nulla, ma la giusta considerazione all'unico obiettivo luminoso di qualità che qualsiasi fotoamatore possa permettersi. Certo, meglio un 35/1.4, ma avete mai trovato un 35/1.4 a centomila lire? Noi no, ed ecco perché consigliamo il 50mm. Molti lettori ci chiedono: perché i 50/1.4 costano in media il doppio dei 50/1.8? E soprattutto, perché dovremmo preferire un 50 a focale fissa ad un comodo e versatile zoom (tipici i vari 28-70, 35-70, 28-80)? A parte le considerazioni sulla qualità delle immagini, sempre superiore nelle ottiche a focale fissa, la risposta immediata quanto lapidaria è: perché con un 50mm luminoso si possono fare delle foto che altrimenti si perderebbero. Questo è più importante, a conti fatti, della differenza in materia di qualità delle immagini: questa infatti per essere percepita richiede forti ingrandimenti, situazioni di luce difficile, e così via. E poiché i 30x40 non sono certo il pane quotidiano dei fotoamatori, in teoria anche un 28-80 andrebbe più che bene. Ma ragioniamo un istante: la luminosità degli zoom è sempre piuttosto ridotta, in genere oscilla tra f/3.5 e f/4.5; al massimo si arriva ad un f/2.8. Ma uno zoom f/2.8 costa un bel po' di soldi, laddove il classico cinquantino f/2 o anche meno si porta a casa per poche lire.

Fatte queste considerazioni, siamo noi che ribaltiamo la domanda: perché NON comprare un 50mm luminoso? Costa poco, va benissimo (meglio degli zoom) e compensa la minore versatilità di focale con le maggiori possibilità fotografiche che dischiude.

I possessori di obiettivi poco luminosi smettono solitamente di fotografare molto presto, e si perdono così una luce bellissima: quella di fine giornata. C'è qualcosa di magico nella luce del crepuscolo, quando le persone sono già uscite dagli uffici, i negozianti contano i minuti che mancano alla chiusura, ed è il momento in cui il pomeriggio volge al termine. È quasi sera, la luce comincia a calare, anche rapidamente, il tramonto è prossimo e le ombre si allungano... ma arrestiamo subito il flusso delle divagazioni poetiche e concentriamoci sugli aspetti fotografici della questione. Momento magico, luce calda e morbida, atmosfera affascinante: come registrare tutto questo sulla pellicola? Come fare per dar vita ad immagini originali, particolari proprio grazie alle caratteristiche di questa fascia oraria così insolita?

Il merito della bellezza di un'immagine, non ci stancheremo mai di ripeterlo, risiede tutto nell'occhio e nella sensibilità del fotografo. Si può avere il miglior obiettivo del mondo, la miglior pellicola del mondo, e far stampare il negativo dalla reincarnazione di Ansel Adams; ma se la foto è banale, rimane una foto banale. Purtroppo l'occhio e la sensibilità non si comprano nei negozi di fotografia, ma si possono esercitare. E si esercitano non solo fotografando e confrontandosi con le fotografie degli altri, siano essi colleghi fotoamatori o grandi maestri, ma più in generale cercando di arricchirsi in maniera globale. Se la fotografia si produce con l'occhio e con il cuore, allora migliora coltivando l'occhio ed il cuore. E l'occhio ed il cuore si coltivano non solo con altre foto, ma anche con poesie, film, quadri, sculture, conversazioni, sensazioni e quant'altro. Non abbiamo la pretesa di pensare che un articolo su una rivista fotografica quale è NADIR possa aiutare più di tanto nella propria evoluzione. Ma, coerentemente con quello che è sempre stato lo spirito di NADIR, riteniamo che qualche suggerimento, talvolta tecnico talvolta meno, possa servire da stimolo per sé stessi, possa essere una spinta a scoprire un nuovo modo di esprimersi, a guardare le cose con un occhio nuovo, con una "predisposizione della sensibilità" diversa. Eccoci dunque a promuovere l'uso degli obiettivi superluminosi, grazie ai quali ci si può avventurare nel mondo della fotografia con poca luce. È un mondo affascinante, insolito, che può essere interpretato in mille modi. Dal punto di vista dell'attrezzatura, non serve molto: una fotocamera 35mm, reflex o a telemetro, per cominciare. Niente vieta di usare formati superiori, naturalmente, ma il 35mm si presta meglio: i corpi macchina sono più leggeri e maneggevoli, gli obiettivi sono più luminosi, i tempi lenti si riescono a reggere meglio. Lo scarso controllo che si ha sull'esposizione costituisce il motivo fondamentale per cui le compatte non rappresentano la scelta migliore. Le 35mm a telemetro sono forse l'ideale, non avendo lo specchio consentono tempi più lunghi delle reflex e sono anche più silenziose. Ma, ripetiamo, una reflex 35mm va benissimo.

Serve poi un obiettivo molto luminoso, e qui si spiega la nostra predilezione per il 50mm. Per il tipo di fotografia che stiamo analizzando, infatti, serve un obiettivo che non sia di lunga focale, per poter gestire i tempi piuttosto lenti a cui si scatterà. Uscire alle otto di sera con un 200mm, anche se f/2, non è una scelta astuta: stiamo parlando di condizioni di luce in cui se va bene si riesce a scattare a 1/30, perciò è meglio adoperare obiettivi dal 50mm in giù. E poiché i grandangolari molto luminosi costano molto (per "molto luminosi" intendiamo almeno f/2), alla fin fine per gran parte dei fotoamatori la scelta obbligata, ma non per questo meno valida, è il classico 50mm, solitamente f/1.8, ma meglio ancora se f/1.4. Con un 50mm e un po' di mano ferma si riesce a scattare a 1/15 senza troppi problemi. Se a questo tempo lento aggiungiamo l'elevata luminosità di un f/1.4 o un f/1.8 ed una 400 ASA, si deduce che possiamo coprire un gran numero di situazioni fotografiche in cui la luce sia davvero poca.

Non si deve pensare infatti che, una volta che il sole ha cominciato a salutarci, sia diventato impossibile scattare delle fotografie. Certo, il buio assoluto costituisce una sfida notevole, ma qui non stiamo considerando situazioni estreme. Stiamo volutamente limitandoci ad una situazione ben precisa: voler andare in giro a catturare qualche foto della città a fine giornata, senza flash (disturba i soggetti in primo piano ed è inutile per quelli troppo distanti), senza cavalletto, senza pellicola da 3200 ASA da tirare di un paio di stop per poi sovrasviluppare.

"Niente flash, niente cavalletto, e pellicole da 400, massimo 800 ASA?", si chiederà qualcuno. "Come si pensa di voler fare così le foto di sera?". Si può, si può, e l'esempio di questa pagina lo dimostra. Come detto, con un obiettivo molto luminoso si possono fare tante cose che il classico zoom che apre al massimo a f/3.5 (quando va bene) non ci consente. Non è vero infatti che il sole sia l'unica fonte di luce disponibile. L'istinto del fotoamatore è quello di alzare gli occhi al cielo e vedere "quanta luce c'è". Alle sette di sera il sole è sicuramente poco (tranne in piena estate), ma non è certo l'unica sorgente di luce disponibile in una città.

Ci sono i lampioni dell'illuminazione pubblica, le luci che arrivano dalle finestre delle case, i fari delle auto, le luci delle insegne dei negozi, dei cinema, e così via.

La foto in alto è il semplice scorcio di una piazzetta di Ascoli Piceno: alcune persone sullo sfondo, un bambino in bicicletta intorno ad un antico pozzo. Una scena semplice, eppure l'immagine che ne risulta è suggestiva, per il gioco di luci e ombre che offre. Un obiettivo 35mm usato a f/1.4, un tempo di un ventesimo ed una pellicola da 400 ASA: ed ecco la foto, non bellissima ma sicuramente gradevole. E bisogna riflettere sul fatto che con obiettivi meno luminosi (da f/3.5 in su) immagini del genere sono praticamente impossibili, a parte le difficoltà di mettere a fuoco con ottiche del genere in condizioni di luce critica.

Basta abituarsi un po', cercare con più attenzione, ed anche in una città al crepuscolo si scopriranno tante zone in cui la luce, anche se poca, consente di scattare fotografie. Magari una su tre verrà micromossa, magari dovremo scattare appoggiati ad un palo della luce, magari alcune saranno comunque troppo scure. Ma le altre, quelle che si salveranno, potranno regalarci delle emozioni inaspettate, e costituire delle piacevoli sorprese per la loro originalità, per il fascino che in determinate condizioni anche le situazioni più quotidiane possono suscitare.

I trucchi del mestiere non sono molti. Innanzitutto, bisogna avere fiuto: saper intuire quali scene, quali situazioni, quali inquadrature si possono rivelare fotograficamente interessanti. All'inizio è molto difficile: il nostro occhio fotografico probabilmente non è abituato a cercare elementi d'interesse in condizioni di così poca luce. Ma bastano alcuni tentativi ed un po' di buona volontà e ben presto le cose miglioreranno. Si noteranno così scene interessanti laddove una volta avremmo tirato avanti senza fermarci. Sono tanti i soggetti che possono colpire la nostra attenzione: le persone sedute sui gradini di una chiesa sotto un lampione, due vecchiette che parlano sedute su una panchina, un bambino che gioca con un cagnolino, e così via. Il crepuscolo nasconde un po' i volti, la sporcizia delle città, la durezza delle ombre; genera una fotografia "per sottrazione", una fotografia dove l'elemento d'interesse, il soggetto della foto, è spesso sfumato, appena accennato, quasi suggerito. E l'abilità del fotografo deve risiedere proprio nella capacità di riprodurre nell'immagine finale questo insieme di luci soffuse e sfuggenti, questi volti nell'ombra, queste strade semibuie.

L'oscurità, insieme ad una fotocamera silenziosa, aiuta a nascondere il fotografo agli occhi delle persone. È possibile avvicinarsi fino a pochi passi e scattare senza essere notati, cosa decisamente impossibile di giorno in piena luce. E questa furtività ci libera dall'imbarazzo di puntare la fotocamera verso qualcuno, così come giova ai soggetti ripresi, inconsapevoli e perciò disinvolti. L'oscurità offre al fotografo la possibilità di infilarsi tra la gente senza dare troppo nell'occhio; questo, insieme ai presupposti tecnici che abbiamo illustrato, lo mette in condizione di scattare delle buone immagini. Se poi effettivamente lo farà, dipende dal suo talento e dal suo istinto.

Bisogna stare sempre attenti, in queste condizioni, ad evitare a tutti i costi il mosso, sempre in agguato con i tempi lenti che tali foto richiedono. Ed ecco allora un secondo trucco: trattenere il fiato, scattare, espirare. Questo vecchio accorgimento può dare una mano, come può darla l'appoggiarsi ad una colonna, ad un portone, ad un lampione della luce.

E poi c'è il terzo trucco, quello che ha dato vita a questo articolo: farsi furbi e comprare un 50mm superluminoso, ed avventurarsi così in un mondo fotografico tutto da scoprire e sconosciuto ai più.

Agostino Maiello © 12/1999
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