E' un libro senza neanche una foto, ma forse, leggendolo, è il libro che mi ha parlato più di fotografia.
Se è vero che un'immagine vale mille parole, qui invece è il contrario e le parole evocano immagini, situazioni e storie.
Si viaggia sulla scia delle emozioni, direi "da godere ad occhi chiusi" se non fosse per la necessità di tenerli bene aperti per leggere.
Il libro non è di un solo autore, ma è la raccolta di brani di diversi autori con l'argomento in comune della fotografia.
Diversi Autori - la "A" maiuscola è quantomai indicata - perché, nel bel libro curato da Walter Guadagnini, troviamo grandi nomi come Hawthorne, Maupassant, Pirandello, Calvino, Conway e altri, sull'ambiguità ed il mistero dell'immagine fotografica.
Giusto la settimana scorsa ho recensito Zambian Portraits, un libro di dimensioni e peso inusitati, questa volta - ironia della sorte - mi trovo a leggere un libro dal formato quasi tascabile, ma le ridotte dimensioni non sono assolutamente sinonimo di bassa qualità o di poco interessante. Vista la stagione, leggetelo pure al mare sotto l'ombrellone, ma io ho preferito leggerlo la sera dopo cena fuori al terrazzo, un racconto alla volta, con la notte complice dei miei voli con la fantasia.
Un bel libro letterario dedicato alla fotografia e alla figura, spesso eccentrica, del fotografo, un libro tutto da leggere e spesso per sorridere perché, tra le pagine, ci siamo anche noi.
Rino Giardiello @ 05/2015
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Walter Guadagnini è uno dei più autorevoli storici e critici della fotografia in Italia. A capo della commissione scientifica del progetto "UniCredit e l'arte", ha diretto la Galleria Civica di Modena ed è stato, nel 2007, commissaire unique per la sezione italiana di "Paris Photo". Ha curato, per Skira, La Fotografia in quattro volumi ed è responsabile della sezione fotografia del "Giornale dell'Arte".
Il libro.
Collana: StorieSkira
Editore: Skira
Lingua: italiano
Anno: 2015
ISBN: 885721855
Dimensioni: 14 x 21 cm
Pagine: 192
Rilegatura: Brossura
Prezzo: Euro 15,00
Dal Comunicato Stampa della SKIRA.
Uno dei film più celebri di Michelangelo Antonioni, Blow Up, ha per protagonista un giovane fotografo di moda interpretato da David Hemmings: pochi sanno però che la sceneggiatura di Tonino Guerra è basata su un racconto di Julio Cortázar, Le bave del diavolo, acuta riflessione sull'ambiguità della fotografia.
Figure storiche e personaggi inventati, ritratti come prove e ritratti come amuleti, da Thomas Hardy a Nathaniel Hawthorne, da Maupassant a Italo Calvino, da Adolfo Bioy Casares a Cortázar. La fotografia e i fotografi, tra celebrazioni e scomuniche, hanno fornito materiale ad alcune delle più affascinanti pagine della letteratura mondiale tra Otto e Novecento e permeato la riflessione sull'immagine contemporanea.